mercoledì 17 novembre 2010

Le miniere attorno a Susque

Susque


Ieri sera assemblea comunitaria a Susque. Ci sono tre ingegneri della compagnia mineraria. I salares, lungo questa cordillera andina, confine fra Cile e Argentina, sono territori del litio. Canadesi, sudafricani, australiani, norvegesi, cinesi, coreani guardano a queste montagne e non ne vedono la bellezza, ma i minerali degli anni 2000. A Susque, poi, si è sempre scavato. ‘Nascondevamo l’oro in rotoli di pelle dei lama e lo vendevamo in Cile’, ricorda un vecchio. Ieri, davanti agli uffici della dogana, erano parcheggiati decine di camion di polvere d’oro (qui c’è anche una grande miniera di oro). Il litio ha bisogno di acqua e gli abitanti di Susque (in gran parte minatori o impiegati delle varie compagnie minerarie) temono per la loro sete. A Salta, città principale del Nord argentino, un operatore turistico mi dirà di aver cancellato ogni viaggio nei salares di Susque: ‘Le trivelle hanno cambiato il paesaggio’.
Mi raccontano di questa assemblea. Susque ha 1800 abitanti. Exar e Orocobre estraggono litio e potassio. Il litio, mi raccontano, se ne va verso la Corea e la Malesia. Ritornerà in Argentina sotto forma di batterie. ‘Vogliamo computer e cellulari, no?’, mi dice Gustavo, giovane leader locale di Susque. ‘Abbiamo chiesto che una fabbrica di batterie fosse realizzata qui - racconta ancora – E’ quanto ha ottenuto Evo Morales in Bolivia’. Niente da fare. ‘Susque chiede troppo’, hanno detto gli uomini delle miniere. E il litio continua le sue migrazioni verso i paesi dell’Asia. ‘Per estrarre il litio, le compagnie chiedono acqua. Troppa acqua. Noi domandiamo che ci diano garanzie per la nostra acqua. E che costruiscano pozzi comunitari per la gente di Susque’, mi spiega un altro abitante di Susque. I tre ingegneri scuotono la testa: ‘Susque chiede troppo. Ce ne andremo, se insistete’. Brivido nella sala dell’assemblea. Le miniere sono il lavoro di questo paese di frontiera. Pochi pensano al turismo (sarebbe una soluzione il turismo? I paesaggi attorno a Susque sono una meraviglia). L’agricoltura è  impossibile a quattromila metri. Allevare lama e pecore è fatica dura. La comunità di Susque non vuole che le compagnie se ne vadano. I tre ingegneri lo sanno. Sui giornali della lontana capitale federale si legge che, comunque, le miniere si esauriranno in quindici anni. ‘E dopo?’, si chiede Gustavo. Le compagnie pagano corsi di formazione nel turismo e finanziano progetti ‘comunitari’. Ma hanno bisogno dell’acqua. Giochi difficili e intricati nei salares delle Ande. L’assemblea, a notte fonda, finisce senza accordo. La gente se ne va via in silenzio. Tecnici delle compagnie minerarie dormono nell’hostal di Gustavo.
Seclanta, 8 novembre

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