lunedì 15 novembre 2010

Incontri/7 Il birraio di Santa Maria

Bernard y la cerveca Ruta 40

Sono passati venticinque anni da quando un mochillero tedesco, un ragazzo della Selva Nera a giro con lo zaino per il Latinoamerica, si fermò a Santa Maria, anonimo paese del sud della Valle Calquaqui, occidente dell’Argentina. A un passo dal Cile.
Non si è più rimesso in cammino, quel ragazzo. Un'amore è una buona ragione, a volte, per fermarsi. Per rimanere. E Bernard, oggi 48 anni, è rimasto a Santa Maria. Da allora, il villaggio si è ingrandito, è diventato quasi una cittadina. Bernard e la sua famiglia vivono in ‘periferia’. Non ha perso l’accento tedesco, Bernard. Il suo spagnolo è ruvido, aspirato. Ha suoni di gola. ‘Dopo tanto tempo, mi manca ancora la mia foresta. Mi manca il verde’, dice. Soprattutto in un giorno di vento di polvere come questo.
Bernard non ha mai amato la birra argentina, la birra Quilmes (nome nativo per la birra nazionale; i diaguitas, popolo originario di Quilmes, furono cancellati dalla faccia della terra dai conquistadores). Per questo, anni fa, in cucina, ha cominciato a prodursi una birra casalinga. E’ diventato bravo, Bernard. Due anni fa ha deciso di provare a fare il birraio di mestiere. Santa Maria è un paese ai confini della leggendaria Ruta 40. E' un logo perfetto per questa birra. Bernard ne produce 125 libri a cottura. Birra di grano e di quinoa. Sapore amaro e buono. Un negozio di Tucuman gli compra qualche bottiglia. Le altre se ne vanno nel consumo locale. Cercherò di metterlo in contatto con Slow Food di Argentina. Ha occhi ancora stupiti, Bernard.
Partire a ventitre anni, tanti ne aveva quando una vecchia corriera lo sbarcò a Santa Maria, e ritrovarsi a vivere ai piedi delle aride sierras della cordillera andina. Dove hai poggiato lo zaino, Bernard?
Santa Maria, 9 novembre

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