venerdì 19 novembre 2010

Il cammino verso le grotte


Diego nella grotta di Aguirre

Diego ci accompagna alle grotte gemelle di Aguirre e Guaira, là, sui crinale delle prime Ande di Tilcara.

Diego, in realtà, è un narratore. Non so come definirlo: non  ama la parola indigento. E’, certamente, un erede del popolo originario di questa terra. Consulta abuelos, offre doni alla Pacha, lotta contro le miniere di uranio che società canadesi vorrebbero aprire su queste montagne.

I suoi passi, lenti per adeguarsi ai nostri, sono pensieri. Parliamo di tutto in qualche ora di cammino.

Ecco, frammenti delle sue parole:
Diego

‘A due anni, i bambini affrontano il battesimo rituale. Il rutuchi. Vengono tagliati i primi capelli. E’ la perdita dell’innocenza. Padrini e familiari fanno regali. Che simboleggiano quelli di un tempo: quando a un figlio di due anni si donavano terre o animali’

‘Il calendario gregoriano ha fatto irruzione nel nostro tempo. Non possono esserci giorni fissi per celebrare la Pacha. Non si può festeggiare il primo agosto. Il giorno non può essere predeterminato.  Il culto e la celebrazione deve precedere il tempo della semina’.

‘Gli Inca non sono stati invasori. Avevano un sogno: unificare le terre originari. E, quasi, ci sono riusciti. E’ stata una penetrazione culturale, economica, sociale. Certi popoli si sono opposte e hanno lottato’.
(Altri hanno un pensiero diverso da quello di Diego: gli Inka invasero, con la forza, le terre dei popoli vicini).

‘Nel nostro movimento siamo divisi in due correnti: vi è chi non accetta alcuna contaminazione dal mondo esterno e respingono, ad esempio, il turismo e i turisti. Vi è chi come me cerca di scegliere e decidere volta per volta. Io ho scelto, come lavoro, di fare la guida ai turisti e di aprire un hospedaje per chi viaggia’

‘Cosa penso di Evo Morales? Che ha commesso errori, ha privilegiato il suo popolo rispetto ad altri, ma credo che abbia aperto gli occhi alla sua gente. Dieci anni fa, la Bolivia era un paese domato. Oggi si alzano coscienze, è scomparsa la paura verso gli stranieri, ci si sente allo stesso livello. E’ stato uno straordinario cambio culturale. E non bisogna dimenticare che la resistenza dei popoli originari è stata nel silenzio e nella tenacia. Bisogna concedere pazienza a Evo’.

‘La tartaruga ci simboleggia: è lenta, paziente, saggia. E ha una corazza durissima. Ma sono molti gli animali per noi sacri. Il rospo che avvisa delle piogge, per esempio. La dualità della vipera:il bene e il male. Raffigura un tabù: posso toccare o no una vipera?’

Alla fine, fra le tracce esili di antichi passaggi di contadini, raggiungiamo le due grotte. Diego accende candele e ci aiuta nei passaggi difficili. Nessuno prova che queste due cavità siano state luoghi segreti. Lo sono diventati con le parole di Diego.

Molti giorni fa. A Tilcara. Al Nord









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