domenica 14 novembre 2010

Identità a Londres

I guachos di Belen


In questo occidente argentino, ci tengono al politically correct. Cartelli stradali indicano, senza che ce ne sia un vero bisogno, che il nome di un paese è di origine europea o di matrice aborigena. Statue agli indios e alla pachamama sono quasi ovunque lungo la Ruta 40.
Oggi, 10 novembre, dia de la tradicion. Giorno di festa. Parata notturna di gauchos, balli nazionali, sensuale chacarera e guizzi di tango acrobatico. Festa di paese a Londres, il secondo insediamento fondato dagli spagnoli in Argentina. Paradosso: si chiama proprio Londres, questo paese. In onore del matrimonio fra Filippo II e Mary Tudor (e il capoluogo si chiama Belen, Betlemme). Un luogo interessante, dunque, dove assistere alla Festa della Tradizione. Racconta un giovane professore di scuola: ‘Dobbiamo avere una coscienza nazionale: nativi, immigrati, gauchos, criolli, discendenti di africani...siamo un miscuglio di genti. Ma siamo argentini’. Nazionalismo in un paese solitario. I guachos, orgogliosi della loro identità, fanno trottare i loro cavalli. Cavalcano senza saltellare sulla sella. Tutt’uno con il cavallo. Sono splendidi. Gli uomini masticano coca, bevono vino Toro e mangiano pane e mortadella. Ancora il giovane professore: ‘I vostri romani chiamavano barbari coloro che stavano fuori dai confini. Qui è stato l’inverso: chi era bianco chiamava barbaro coloro che qui erano nati e avevano la pelle appena un po’ più scura. E l’Argentina, popolata di nativi e di gauchos, per loro era un ‘deserto’’. Mi arrendo, non posso capire: qui, Latinoamerica, l’identità è storia ancora irrisolta. Anche per i ragazzi con gommina nei capelli e piercing al sopracciglio che guardano in silenzio alla festa?


Il censimento di qualche settimana fa (ho letto che solo lo 0,8% degli argentini sono sfuggiti ai censistas: dove mai abitavano? In qualche quartiere off-limits di Buenos Aires, immagino) prevedeva una domanda sulle ‘origini’. Il Consiglio delle Organizzazione aborigene di Jujuy, ultima regione del Nord argentino (qui vive la minoranza originaria dell’Argentina) dichiarava che ‘l’identità è un diritto di tutti’ e ‘quando te pregunten si sos indigen, decile que sì’. ‘Siamo molti y Argentina debe saberlo’.
Londres, 10 novembre

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