Non vuole essere diario, nemmeno una storia 'personale'. E' un tentativo casuale di raccontare storie quotidiane con una tecnica giornalistica. Almeno quella che ho usato per tanti anni. Non so quanto mi riesca. E' l'illusione di continuare un mestiere che ho molto amato.
Ora, ultimo giorno in questa isola, mi va di infrangerla questa regola. Per una volta.
Forse perché non ho capito molto di questa isola. C'è sempre il tentativo di 'capire', quando il dovere dovrebbe essere quello di 'raccontare'. Senza giudizi o ideologie. Avvertendo che nemmeno il racconto è davvero la realtà. E' un punto di vista.
Bene, chiudo il computer con tre foto. Dove, per la prima volta, appaio anche io. Quindi questo diventa un messaggio personale fra me e i ventisette lettori fissi e quelle decine di saltuari che ogni giorno si collegano a questo blog. E' un saluto all'isola e agli uomini e donne che mi hanno aiutato a camminare per questa isola.
La playa atras del Morro a Monte Cristi |
Prima foto. Per tre settimane ho scritto che l'isola è lontana dal mare. Un altro punto di vista: il mare c'è. Ci siamo tuffati in una domenica pomeriggio. Il mare non era di cristallo, ma sabbioso. Le onde uno schiaffo divertito e l'acqua caraibica. Bello.
In spiaggia solo ragazzetti dominicani. E uomini con ragazze molto più giovani. Tutti con l'aria di divertirsi un mucchio.
L'uragano al mercato di Dajabon |
Siamo arrivati con il ciclone Emily. Ripartiamo sulla coda dell'uragano Irene. L'avanguardia della tormenta tropicale ci ha sorpreso al mercato binazionale di Dajabon. Confesso: è stato un altro grande divertimento prendersi ogni goccia di pioggia violenta.
I banchi della porchetta lungo la strada per Santo Domingo |
Bien, adios, muchachos, companeros de mi vida. Fuori la coda dell'uragano è rabbiosa e potente. Ci sarà il banchetto dell'uomo che vende frutta in avenida Indipendencia?
Sull'isola, 24 agosto
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