Un Ultimo Libro.
Attenzione, ho
qualche timore a scrivere di questo libro.
Non so
spiegarvi.
Per molti sarà
un lungo racconto di viaggio. Forse, per me, è un saluto a una terra, la
Dancalia, che è cambiata sotto i miei occhi e i miei passi. Racconto di un
deserto che è entrato con lentezza nella mia vita. Negli anni ’80 e ’90 del
secolo scorso (quanto tempo!) viaggiavo fra Eritrea ed Etiopia. La Dancalia era
un deserto irraggiungibile. Per quattro volte, provai ad andare in quella terra
di fuoco e sale. Non vi riuscii. Venni respinto. Sbagliavo qualcosa.
Le carovane |
Il riposo dei dromedari |
Dallol |
Solo molti anni
più tardi, la Dancalia riapparve nella mia storia. Provammo a ritornarci. Io,
Daniela e Anna. Seguimmo il cammino delle carovane. A piedi. Arrivammo là dove
volevamo arrivare. E, da allora, accadeva appena cinque anni fa, la Dancalia ha
scavato nella mia anima, nel mio cuore, nella mia testa. Era la terra della
diversità. Della diversità assoluta. I suoi paesaggi sono magnifici e
terribili, ma, soprattutto, si possono ammirare solo qui. In Dancalia si
incrociano tre faglie tettoniche, la Rift Valley entra in Africa, si assiste
dalla deriva dei continenti. Ma più dei panorami sono gli uomini della
Dancalia, gli afar, ad aver segnato la mia storia in questa terra. Gli afar
sono bruschi e silenziosi. Da loro ho imparato che si può guardarci l’un
l’altro. Possiamo osservarci. Scoprire le nostre inconciliabili differenze. E,
alla fine, riconoscerci, ammettere, cioè, la reciproca diversità. Questo volevo raccontare. Ho cercato di smentire ogni
stereotipo attorno questa terra. Mi sono convinto che la Dancalia sia un antidoto contro ogni banalità, contro
ogni luogo comune attorno alle Afriche.
La piana del sale |
Non so bene cosa
voglio dire. Non so come presentare questo libro. Sarebbe molto più semplice
dirvi che è un libro di viaggio. Dico che è l’ultimo libro. Vorrei che non
fosse l’ultimo.
Mi aggrappo a
quanto mi disse un ragazzo basco qualche anno fa. Anche lui era stato in
Dancalia. Mi spiegò perché quel viaggio era rimasto impresso nel suo cuore. Non
ho mai trovato una spiegazione migliore.
Eccola:
‘Se vieni qui cercando
avventure, non riuscirai ad andare oltre la tua superficialità. Che ti apparirà
insopportabile. Il sole bianco e rovente, l’indifferenza degli afar, la
monotonia di un deserto privo di colori ti faranno sentire nudo e impotente. E
il tuo equilibrio, fisico e mentale, rischierà di andare in pezzi. Devi
difenderti in Dancalia. Devi mostrare, soprattutto a te stesso, di avere
un’anima di poeta. Si viene qui per cambiare punto di vista’.
I ragazzi di Ahmed Ela |
A proposito: stanotte c’è un aereo notturno verso l’Africa.
Torno in questa Dancalia. Porterò il libro. Spero di riuscire a continuare a
scrivere su questo blog.
Dancalia
Camminando sul fondo di un mare scomparso.
Terre di Mezzo editore
Pag. 186.
Euro 14.
Chissà dove sarai adesso Andrea... E chissà com'è vivere in questo mondo, qui, in Italia, trasformati dalla traversata della Dancalia.
RispondiEliminaGrazie, Cristiana...non ho una risposta....ho fatto un volo notturno, ma il mondo non mi appare cambiato. Aspetto il ritorno in Dancalia. Fra qualche giorno. Non ho impazienze. Lascio scorrere il tempo.
RispondiEliminaA me è piaciuto molto il racconto di viaggio in Marocco di De Amicis, descrizioni stupende!! Ho trovato un'edizione con i nomi attuali delle città e mappa interattiva... http://goo.gl/8jIEJ6
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