La presenza di Melles non è ossessiva. Il primo ministro, il
leader tigrino, morto lo scorso agosto, appare nei manifesti di Meskel Square,
nelle grandi gigantografie vicino all’aeroporto, nelle immagini sulle
cancellate del palazzo presidenziale. In alcune foto è il giovane guerrigliero
dai capelli arruffati. Mi sorprende, ma non tanto, che sullo sfondo di molti
manifesti vi sia un intricato svincolo autostradale. Strade e vetrocemento sono
il simbolo concreto della modernità dell’Etiopia.
Nei tranquilli cimiteri della Selassiè Church stanno
costruendo le tombe per Melles e per l’abuna Paulos, il patriarca della chiesa
ortodossa, morto anche lui in agosto.
I nomi della città
Da Arat Kilo, quartiere in demolizione nel pieno centro
della città, si scende per risalire verso Piazza. Conosco la discesa verso uno
dei fiumi-fogna di Addis Abeba: è conosciuta come il luogo ‘dove puoi gridare e
non riceverai alcun soccorso’. Dicono
che era territorio malfamato. Prostituti e manigoldi. Se ti fermavi eri perduto.
O in qualche paradiso.
Meskel Square
Cibo
Ho i miei riti ad Addis. Tagliatelle bolognese. Scarto la
pizza: troppa mozzarella. Benvenuto in Affrica, con A maiuscola e due ‘effe’.
Il prete Paulos
Il prete Paulos |
Si mette in posa nel raggio di sole che entra dalla vetrata
della grande chiesa. Mi racconta che ha vissuto a Gerusalemme. Aspetta la
mancia per la sua cortesia. Non ricorda quale miracolo rappresenti quel dipinto
ai lati dell’altare. Cammino a piedi scalzi nella navata centrale della
Sellassiè Church.
Le vittime del Terrore Rosso |
Fossa comune |
Addis Abeba Horror
Tour
Un altro memoriale di un eccidio. Contabilità di orrori. 752
fosse comuni attorno ad Addis Abeba, 4855 corpi rintracciati. Nelle urne, nel
museo dei martiri, hanno sistemato ossa e teschi. Un uomo, giacchetta e
cravatta, mi racconta di stragi e assassini. Erano gli anni della tirannia feroce di Hailè Maryam Menghistu. Il colonello che dichiarò guerra ai giovani di Addis Abeba.
Io ricordo i centri di detenzione argentini: sono aperti al pubblico, vi si ricorda l’oscenità di una tragedia con gli oggetti che furono cari alle vittime di
quella strage. Anche in Argentina fu una guerra contro i giovani. Ma vi è una dolcezza disperata in quella memoria.
Qui, ad Addis Abeba, il ricordo è spietato. Crudele.
Qui, ad Addis Abeba, il ricordo è spietato. Crudele.
Guardo i volti di chi è scomparso negli anni del Terrore Rosso
in Etiopia.
Dentro un un'urna di ossa, c’è un orologio fermo alle otto e dieci, Poco più indietro una maglietta
con due fori di proiettile. Niente altro.
Chi non conosce la storia del ‘900 dell’Etiopia fa fatica a
capire.
Runners |
Runners in Meskel Square |
Allenamento |
Runners
Il sole ha un ultimo sfolgorio sull’immensa Meskel Square. Piazza
delle parate, delle rivoluzion diventate tragedia, dei raduni imperiali. Piazza
che non è una piazza. Sulle gradinate centinaia di ragazzi e ragazze corrono,
per ore, avanti e indietro. Si allenano, sognando Hailè Ghebreselassiè.
Scansano un mendicante che dorme e un vecchio monaco che si gratta la schiena.
Mi siedo a guardare i runners. C’è una pace improvvisa nel
cuore caotico di Addis Abeba.
Addis Abeba, 15 novembre
Addis Abeba, 15 novembre
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