venerdì 30 settembre 2011

Etiopia/I calzini blu elettrico di Ahmed


Il vecchio bar di Ahmed
I calzini blu elettrico di Ahmed. Devono essere bagnati di acqua salata tanto é intenso il loro colore. La fascia rossa attorno ai capelli di Workelu, donna dell’altopiano, scesa fino a qui con i militari. Una miss, come si affrettano a spiegarmi. Non ha seguito il suo plotone quando i soldati se ne sono andati. Lei, donna di montagna, donna del freddo, ha deciso di rimanere ad Ahmed Ela, fornace dell’Etiopia. E vi ha aperto una buna-biet, una casa del caffè. Gli autisti si siedono attorno a lei e Workelu, con un ventaglio di paglia, tiene in vita le braci sotto il bricco del caffè. Una parete divisoria garantisce un po’ di vita privata. Bella, la fascia rossa di Workelu. Colpiscono i colori ad Ahmed Ela. Perché non ve ne sono. E’ come se un’indefinibile tinta di polvere di sale e cenere avesse ricoperto della stessa patina le capanne, gli uomini, le donne, le pietre, i cammelli. E gli occhi, allora, inseguono, come se fossero coccinelle, le magliette cinesi, sbiadite dalla fatica, dei cavatori: hanno i colori dell’Inter, del Barcellona, del Manchester. Coppa dei campioni nella Piana del Sale. 

Negozio di Ahmed Ela
 Si rimane, quindi, sbalorditi dai lampi dei calzini azzurri e dal riverbero della fascia rossa. E’ Tintoretto il pittore che ha deciso di affrescare con geometrie verdi e cuori rosa le pareti di un negozio. E’ un carpentiere ribelle, stufo del grigio, un Caravaggio della Dancalia, colui che ha passato mani di pennello sugli intonaci del negozio del fornaio. Le taniche gialle appese ai fianchi degli asini o legate alle spalle delle donne sono lampi viaggianti. Ipnotizzano. Basta, non c’è altro. Sì, le teiere annerite da secoli di fuoco. Le perline attorno alle quali si annodano le trecce delle bambine. Ahmed Ela è priva di colori. Ma ha affinato un suo arcobaleno, un capolavoro di sfumature. In certe giornate, al mare, non si distingue l’orizzonte delle onde dal celeste del cielo, è un gioco di pennellate per chi cerca il confine fra due elementi; anche ad Ahmed Ela cerchi vanamente la linea del distacco fra le capanne e un cielo livido come la latta, cerchi di scoprire dov’è il salto di colore fra uomini e sassi, fra cammelli e arbusti. È astratta, Ahmed Ela. E bellissima. E maledettamente concreta. Terra reale. 

Ahmed Ela, 21 settembre  


2 commenti:

  1. caro Andrea, check email... viaggiatori viaggianto on the road!
    baci, dora

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  2. ciao Andrea, grazie dei saluti. Cercherò di trovare Pierre Ruqoi. Dove sei? tornato in Italia? Spero di trovarti su Skype presto. Un abbraccio

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