All’incontro annuale a San Zeno, in Val di Non, giorni ricchi di pensieri e saperi, si è parlato di Alex Langer. Ne ha raccontato Marco Boato ha raccontato ed è stato come se, in un incontro di famiglia, qualcuno parlasse del fratello che non c’è più ricordando la pienezza della sua vita. Ci manca, Alex. E il racconto di Marco Boato è stato prezioso: nella sala una signora ha confessato, con candore, di non aver mai conosciuto ‘questo signore’ e che ora avrebbe fatto di tutto per conoscerlo. Sono passati sedici anni dalla sua morte.
Marco ha rivelato qualcosa che ignoravo. Alex aveva scritto l’ultimo biglietto in tedesco e lo aveva lasciato sul cruscotto della sua 127. E’ stata una interprete dell’ufficio stranieri della Questura di Firenze a tradurre quella frase finale in ‘Continuate in ciò che era giusto’. In realtà Alex aveva scritto ‘buono’. Ma credo che mai una traduzione sia stata così fedele. A questa interprete non arriveranno mai i miei ringraziamenti, ma davvero ci ha donato le parole per ‘continuare’ in ciò che è giusto.
Sella, 5 settembre
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