venerdì 29 luglio 2011

Libia/Agguato a Bengasi

                                                                       (da al-Jazeera)


Per quarant’anni, Abd al-Fattah Yunis, 67 anni, coetaneo del colonnello, è stato uno degli amici più stretti di Muammar Gheddafi. Un’alleato fidato. Capo militare. Nei fatti, figli del rais a parte, era il numero due del regime. Fino allo scorso febbraio era il ministro degli interni della Libia.
Al-Fattah Yunis è fra i cinque superstiti del gruppo di ufficiali che nel 1969 detronizzò re Idriss e diede vita alla rivoluzione libica. E’ stato l’unico fra i vecchi compagni ad aver abbandonato il colonnello. Nato a Bengasi, Yunis era stato mandato da Gheddafi a schiacciare la ribellione dei suoi concittadini. Yunis, a sorpresa, saltò il fosso: si schierò con i ribelli e portò con sé gli uomini della sua brigata. Furono loro a resistere ai soldati leali al rais in quei giorni di febbraio.

Abd al-Fattah Yunis è stato ucciso a Bengasi. Era il discusso capo militare degli insorti. Da settimane era sospettato di continuare a intrecciare rapporti con gli uomini di Gheddafi. E poi, nonostante il massiccio aiuto dei bombardamenti Nato, non riusciva a vincere la battaglia di Brega. Era, persino, circolata la voce di un suo arresto. Ben nota era la sua rivalità con Khalifa Hefter, un generale rientrato in Cirenaica dopo venti anni di esilio negli Stati Uniti. Entrambi, per mesi, hanno rivendicato di essere i comandanti degli insorti. Solo lo scorso aprile Yunis era stato riconosciuto come leader militare dal Consiglio di Transizione.

Le diverse fonti concordano: al-Fattah è caduto in un agguato mentre stava rientrando a Bengasi dal fronte. Era stato richiamato per un confronto sulla mancata conquista di Brega. Molti, all’interno del Consiglio di Transizione, non si fidavano di Yunis.

A oggi, non è chiaro se il suo corpo sia stato identificato o meno (no, secondo il Guardian; sì, a leggere al-Jazeera). Giovedì notte, il presidente del Consiglio di Transizione, Mustafa Abd al-Galil, ha improvvisato una conferenza stampa all’hotel Tibesti. Non ha accettato nessuna domanda. Ha solo definito ‘un eroe’ al-Fattah Yunis. A leggere i resoconti della conferenza stampa, uomini armati hanno interrotto la conferenza sparando e gridando: ‘Voi l’avete ucciso’.
  
La guerra di Libia rimane un rebus osceno. Smentisce ogni certezza. E’ un azzardo illeggibile con occhi occidentali. Solo due giorni prima, il ministro degli esteri inglese, William Hague, aveva annunciato il riconoscimento dei ribelli bengasini come legittimo governo della Libia. Mal gliene incorse. Gli spari che hanno ucciso Yunis rivelano che i giochi all’interno della nebulosa di Bengasi sono spietati.
San Casciano in Val di Pesa, 29 luglio

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