venerdì 29 ottobre 2010

Due tazze al Mirador

Santiago
Machi

Santiago e Machi, due chicos di altre terre (Santiago viene addirittura dalla Terra del Fuoco: ‘vento e freddo. Come qui’), gestiscono il Mirador, hostal ‘alternativo’ di Yavi, estremo Nord dell’Argentina. Sono un rasta e un bravo suonatore di charango dalla folta barba nera e dagli occhi da sciupafemmine. Yavi è un villaggio indigeno. Le donne sono ombre addossate alle mura di adobe. Gli uomini hanno pelle bruciata dal sole e passano le notti a ubriacarsi di birra Norte. Il silenzio e il vuoto sono il paesaggio di Yavi. Terra di una bellezza disperata. E proprio qui, ultimo paese dell’Argentina, Santiago e Machi hanno aperto un hostal. Luogo prediletto di giramondo estivi.

Ma non offrono desayuno al Mirador. Perché? ‘La verdad?’, chiede Santiago e poi confessa: ‘Abbiamo solo due tazze’. Santiago vive qua da un anno e mezzo dopo aver vagabondato per mezza Argentina. I suoi occhi sono ancora stupiti del mondo e la dolcezza accompagna ogni suo gesto. Ora capisco perché questa terra mi intriga: non è venuto in mente a nessuno che si possono comprare altre tazze per preparare le colazioni. E pensare che Santiago è un cuoco eccellente: al Mirador ho mangiato i cibi migliori di questo viaggio. E ho scoperto che le tazze non sono importanti. E poi, per preparare le colazioni, bisogna svegliarsi troppo presto. E qui, nell’estate australe, anche a Yavi, nessuno (i ragazzi, intendo) va mai a letto prima delle sei del mattino. Questi ragazzi dell’Argentina, fuggiti dalle città, hanno preso il ritmo di un tempo personale e perduto. Beato e tranquillo. Da viaggianti del presente. Sereno, senza futuro e felicemente sconclusionato. Anche se non lo sanno, io spero che siano un granello di sabbia nel meccanismo della modernità. In fondo, si riesce a gestire bene un hostal in una terra estrema, anche solo con due tazze. Si possono bere due tè di coca per volta, per il mate, poi, c’è sempre la bombilla da compartir. Il tempo, un evviva le divinità di queste terre, un alleluia per il culto delle pietre della Pachamama, è troppo prezioso per essere sprecato dall’efficienza.
Yavi, 27 ottobre

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