domenica 10 ottobre 2010

Un aereo per l'Argentina

Un raggio di sole, qualcuno ha aperto uno spiraglio in un finestrino. Da occidente arriva la luce. Per ore e ore, nessuno ha sollevato la tapparella degli oblò. L'aereo è un mondo a parte. Umanità sospesa. Aereo colmo di gente. Passaporti argentini. Bambini. Due cani. Aereo di famiglia. Si conoscono, come se fossero trasvolatori abituali dell'oceano.
Quasi non ti accorgi di cambiare mondo. E' diventato normale. I non-luoghi (gli aeroporti, i caffè degli aeroporti, il passaggio dell'imbarco, le dogane, i controlli di polizia - osservo il gel sui capelli del poliziotto spagnolo) sono diventati luoghi. Una bambina, a ogni passo, accenna un gesto di danza.
Non ho ricordi.
Esco da solo dalla porta scorrevole del lungo corridoio di uscita degli 'arrivi' di Cordoba. Cielo limpido, è primavera, gli alberi lo sanno e lo mostrano al mondo. Esco, accenno un passo verso sinistra e sbucano fuori dalla gente in attesa Lucio (senza i baffi, i capelli lunghi, dalle punte bianche, senza i suoi immancabili baffi, la pancia, un maglione girocollo bianco) y Gladys (piccola, con grandi occhiaie, viso di spigoli, i capelli diventati biondi) l'abbraccio, l'abbraccio, l'abbraccio. Mierda al tiempo. L'abbraccio è lì. Non ha il sapore della distanza, nè del ritrovamento. E' normalità. Ritrovarsi era scritto, la conversazione, che non era tale, riprende.
Ci sono problemi pratici da risolvere. Soldi da cambiare, sorvegliare la macchina in un divieto di sosta eccessivo. Normalità. Un viaggio con il senso della normalità. L'Argentina, la Sierras chicas, là fuori sono territori ruspanti e senza inganni. Andiamo. A casa. Ad Agua de Oro.
Agua de Oro, nove di ottobre, 2010

1 commento:

  1. l'abbraccio, l'abbraccio, l'abbraccio. è intrigo di emozioni, di sentimenti e di vite normali transoceaniche. è vero esperanto: intutitivo.
    Aspettavo, dall'altro lato del cerchio, come avresti ripreso la conversazione.
    grazie.
    a

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