mercoledì 20 ottobre 2010

Le mummie di Lluaillaco

‘Non vogliamo esporre i corpi delle mummie, i corpi degli indigeni. Per rispetto. Perché le loro comunità non vogliono. Per troppo tempo i nostri musei sono stati i musei della Conquista, hanno avuto solo un'attenzione morbosa e arrogante per coloro che qui vivevano’. Le parole di un antropologo di Salta sono taglienti, amareggiate. Gli antropologi si dividono sulla 'questione indigena'. A Salta, capitale del Nord argentino, terra indigena di questo paese, le ferite non appaiono rimarginate.

Poco più di dieci anni fa, nel marzo del 1999, alle quote più alte del vulcano di Lluaillaco, 'il vulcano dell'acqua apparente', una spedizione organizzata da National Geographic trovò i corpi mummificati di tre bambini inca. Era un cimitero di alta montagna, un luogo di sacrificio, luogo di congiunzione fra terra e cielo. Gli inca, conquistatori di queste terre, sceglievano questi luoghi per essere più vicini alle divinità. La spedizione sapeva cosa cercare: da anni, archeologi, antropologi e alpinisti esploravano quelle altitudini. Los Ninos de Lluaillaco divennero subito delle star dell'archeologia.

Le mummie furono portate a valle. Divamparono subito polemiche. Sulla spedizione, sulla custodia di questi corpi. Fu deciso di dedicare alla tre mummie un museo. E' nella piazza principale di Salta. Un bel museo, dal nome superbo (il Maam, Museo dell'Archeologia di Alta Montana), moderno, ben organizzato, perfettamente mediatico, ben studiato da chi sa comunicare. 'Ma chi ha diritto sui corpi di quei tre bambini?', si chiede l'antropologo. Le comunità indigene, racconta, sono divise: alcune chiedono che le mummie siano seppellite nuovamente nel loro cimitero, altre chiedono che vengano ricondotte sulle montagne e che lassù si debba andare se si vuole osservarle. Chiedono che le Conmunidad siano i custodi di quei corpi. Tutto appare intricato, complesso, anche ambiguo. Si intreccia politica, etica, business.

In Argentina molti musei hanno deciso di non esporre le mummie degli indigeni. A Salta, i corpi dei tre Ninos de Lluaillaco sono un forte richiamo turistico. Il museo ha avuto forti finanziamenti, sono stati ben sfruttati. Ed è anche possibile visitarlo senza vedere la vetrina dove viene esposto il corpo: 'Rispettiamo qualsiasi opinione sulla presentazione del corpo', spiegano al museo. Si può davvero ignorare il corpo esposto e uscire senza averlo visto. In una sala al primo piano è conservata una quarta mummia, meno celebre (perché violata ottanta anni fa e ritrovato dopo decenni) dei Ninos. Ma è pur sempre la Reina del Cerro. Per osservarla bisogna intenzionalmente premere un interruttore e accendere una luce.

Le mummie dei tre Ninos accendono inquietudini. Identità, rispetto delle culture devastate dalla Conquista spagnola, i diritti dei popoli indigeni sono questioni che toccano nervi scoperti delle società latinoamericane.
Salta, 19 ottobre


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