lunedì 18 ottobre 2010

I bei matti di Cura Brochero




Oggi Cura Brochero è un luogo di vacanze popolari. E’ una geografia di cabanas, di piccole case di villeggiatura. I prezzi non sono bassi. Si affittano microappartamenti a 50/60 euro a notte. Molto per gli stipendi delle famiglie di Cordoba o di Mendoza, ma nell’estate australe qua non c’è un solo letto libero.
Alberto
Ines
Cura Brochero è diventato un rifugio di matti. Matti simpatici, gente in fuga dalla città. Che trova pace fra questo paesaggio di massi granitici. Gente che, oramai, ha i suoi anni. Andrés ha provato anche lui a fare il cura, ma non ha avuto la stessa fortuna di Brochero. Due anni di Gregoriana a Roma, una missione in Marocco sono stati sufficienti per perdere ogni vocazione. Oggi sorride felice. Sta imparando a fare il ceramista (a Cura Borchero, oltre le cabanas, ci sono gli artigiani della ceramica nera). Ines è una tessitrice celebre. Ha fatto fiere anche in Italia. Produce sete leggere e tinge con buccia di cipolla e rosmarino i suoi tessuti. Donna nomade: come tutti gli argentini progetta viaggi per il Latinoamericana. Inquietudine del Che. E’ la forza di uno spazio geografico dove si parla la stessa lingua dal Messico alla Terra del Fuoco. Alberto è arrivato qua quindici anni fa inseguendo i fantasmi dei comechingon, il popolo originario del las sierras di Cordoba. Archeologo autodidatta, alla ricerca di una identità perduta, di un’eredità culturale cancellata dalla Conquista spagnole. Nessuno comechingon è sopravvissuto all’arrivo degli spagnoli. Albero si ostina a cercarne le tracce: punte di freccia, statuine, qualche osso…..niente di più. Dovremo riparlare di questo popolo. Alberto, attorno alle due stanze del suo museo, ha piantata centinaia di cactus. Vive di cactus. Ama i cactus. ‘Ho imparato la tranquillità da loro’. Figli delle Americhe, imparo da Alberto.
Deve esserci qualcosa nell’aria di Cura Brochero. Non riusciamo ad andarcene.

Cura Brochero, 15 ottobre

Nessun commento:

Posta un commento