giovedì 6 ottobre 2011

Etiopia/Di altri preti


La chiesa di Imrahana Kristos

Questo è un viaggio per chiese e preti. Antiche chiese e preti di un cristianesimo testardo e conservatore. Ricordavo bene Abtè Mariam, prete di Imrahana Kristos, chiesa splendida e solitaria nella geografia religiosa delle montagne di Lalibela. Per il suo sorriso tranquillo, per i suoi occhi incuriositi. Per la sua gentilezza. Sono felice di ritrovarlo.

E’ figlio di prete, Abtè Mariam. Suo padre è morto quando era ancora ragazzo. A lui non rimanevano che due possibilità: mendicare o fare il prete. ‘E’ stata questa la mia strada’ dice ora che, forse (non lo sa), ha quasi quarant’anni. Ha studiato nelle scuole rurali dei preti sperduti di questo altopiano. E’ andato a Gondar, ha passato anni a Lalibela. E’ stato diacono. A 24 anni è diventato prete. Ha due figli. ‘Dio vede e provvede – dice – Spero che almeno uno di loro decida di fare il prete’.

Il prete Abté Mariam


La strada è arrivata a Imrahana Kristos solo nel 1999. Quindici anni fa, non riuscii a raggiungere questa chiesa. Ancor oggi, per percorrere i dodici chilometri finali, occorre quasi un’ora di fuoristrada. Fino al 1939, Imrahana era sconosciuta agli occhi dei bianchi. Ne aveva raccontato nelle sue cronache un gesuita portoghese nel XVI secolo. Poi il silenzio. Ancora oggi sono pochi i turisti che arrivano fino a qua. Anche in Etiopia, i turisti hanno fretta. A Lalibela si passano due notti e un giorno. Non c'è tempo. Non c'è mai tempo. Gli altopiani hanno bisogno di tempo per essere generosi.

I diaconi di Imrahana

Attorno alla chiesa di Imrahana Kristos vivono almeno 175 fra diaconi e preti. Il paese ha solo settanta famiglie. Nemmeno Abtè Mariam conosce il numero degli abitanti. Il mestiere del prete è una vocazione obbligata. Loro dicono: 'E' la nostra strada'.

Un prete come Abtè riceve dalla chiesa vestiti e cibo. Da qualche anno, da quanto sono arrivati i turisti, anche un piccolo salario. Quattrocento birr al mese. Sedici euro.

I diaconi di Imrahana

I diacono sono ragazzi svegli e smaliziati. Appena intravedono una macchina fotografica, aprono un libro sacro e si mettono a leggere nella piccola navata di una delle più belle chiese di Etiopia. Studiano le luci e aspettano, sorridendo sotto i baffi, il click delle macchine fotografiche. Sanno come conquistarsi una buona mancia.
Lalibela, 23 settembre

Nessun commento:

Posta un commento