I numeri sono fantastici. La Trony di Ponte Milvio a Roma, nel giorno della sua apertura, è stata assalita da venticinquemila persona (in gran parte maschi, in buona parte immigrati – spiccavano i filippini, gente del bangladesh, i maghrebini). Novemilacinquecento scontrini emessi. Due e milioni e mezzo di incassi. Otto ore di fila per entrare (alle quattro del mattino, in coda vi erano mille e cinquecento persone). E due per pagare alla cassa. Vietato l’accesso a bambini e disabili (per sicurezza!). Ventotto line di bus rallentate. Chiusi persino alcuni lungotevere. Tangenziale in tilt, traffico accartocciato su sé stesso. Duecento cinquanta vigili urbani mobilitati. Decine di body guard. Gli Iphone 4, venduti a 400 euro (399, per l’esattezza) invece che a 600 svaniti in meno di mezz’ora. Alla fine sono arrivati i blindati della polizia.
Dobbiamo stupirci? Stracciarci le vesti? Scuotere la testa pensando alla nostre ‘idee giuste’? Un altro mondo è davvero possibile? Dobbiamo condannare una generazione di migranti, quelli per i quali vorremmo accoglienza, quelli che sono arrivati fino a qui a prezzo di fatiche inenarrabili, solo perchè hanno come ragione immediata di vita un computer, un Iphone da mandare in Tunisia, un televisore da spedire alle Filippine o da rivendere su E-bay?
Scrive Michele Serra: ‘E’ difficile immaginare qualcosa di più rattristante di una folla che fa a botte per entrare in un megastore’. Non è troppo facile, Michele?
A Londra, mesi fa, durante una delle ricorrenti ribellioni urbane, le bande delle periferie, degli esclusi dal benessere, hanno saccheggiato, per prima cosa, i grandi magazzini dell’elettronica. I migranti del Ponte Milvio (ma anche i romani, la gente che è venuta da Napoli per non perdere l’occasione) hanno comprato due televisori per rivenderne subito uno su internet.
A Santo Domingo, terra povera, mesi fa è stato aperto il primo centro Ikea del Latinoamericana. Una folla immensa lo ha preso d’assalto e ne ha sfondato le vetrate pur di accaparrarsi un comodino, una lampada, una poltrona. I cooperanti occidentali che là vivono vi sono andati con più calma, e adesso hanno case identiche a quelle che avrebbero a Milano.
I cittadini sono diventati consumatori. Devo andare a rileggere No Logo. Forse dovrei leggerlo per davvero. Servirebbe a qualcosa?
All’Ikea, dice un mio amico, non vai per comprare qualcosa di cui hai bisogno, passeggi e gli oggetti si aggrappano alle tue mani. Fuori dell’Ikea di Firenze, migranti neri ti portano i pacchi fino alla macchina e aspettano un compenso.
Io sto per entrare nel ‘magico mondo di Mac’. Credo di farlo perché un Mac è bello. Come alibi, credo, senza interrogarmi, che sia meglio di un Pc e più semplice di un open source. Che cosa sto facendo? Mi dicono che Mac ha cambiato la vita di milioni di persone.
Cercate su interne www.groupon.it. E’ un siti di occasioni. Di sconti. Puoi comprare un voucher che ti dà diritto a un pranzo in pizzeria o in ristorante di tartufi al 40% del suo prezzo. Giorni fa, nella pagina fiorentina, venivano offerte sette ecografie a diverse parti del corpo a poche decine di euro. Quasi trecento persone si sono comprate la possibilità di farsi ecografie dalla testa all’addome.
San Casciano in Val di Pesa, 28 ottobre
Contraddico troppo spesso la mia regola che mi imporrebbe di scrivere solo di storie alle quali assisto di persona. Scusatemi.
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