mercoledì 5 ottobre 2011

Etiopia/Addis Abeba-San Casciano

Farò confusione. A casa. Colline di San Casciano. La luna che illumina la campagna. Giorni belli. Autunno smagliante. Farò confusione: lascerò scorrere, spero, le 'cronache' dell'Etiopia fino a quando un viaggio finito non sarà finito anche in questo strano mondo virtuale. Abbiate pazienza. Le parole qui sotto raccontano i frammenti del ritorno. 

Addis Abeba questa mattina aveva un’aria tranquilla. Strade quasi deserte. Cielo che cercava di tingersi di azzurro. Le cupole delle chiese scintillavano. Come il vetrocemento dei nuovi palazzi. Verdescuro delle foglie degli eucalipti.

I paesaggi dell'altopiano
Dall’alto, dal cielo, i fiori gialli del Meskel, i fiori della fine della stagione delle piogge, abbracciano i crinali delle montagne che si innalzano dall’altopiano. Perché, questa volta, l’Etiopia mi appare così bella?

L’ultima notte è stata di musica. Un trombettista americano e una blues-woman di Addis Abeba. Due bassisti inquieti e fedeli. Le tende del Taytu. Jazzamba. Candele nelle notte. Fuori la vita notturna (ragazzi di strada, prostitute, qualche ubriaco, ma anche gente che passeggia) del quartiere di Piazza.

Poi, ancora dal cielo, la sabbia del Sahara. I cerchi delle oasi. L’intreccio delle piste. Il ritmo del viaggio.

Infine, la linea azzurra del Mediterraneo. Chi ferma chi? Cosa ferma cosa? La sabbia o il mare?

Un musicista ugandese accanto a me sonnecchia di gusto.

I paesaggi del Chianti


E le campagne dell’Italia, le colline del Lazio e della Toscana illuminate dal sole al tramonto. Serata smagliante. Una luna turca nel cielo. Mi smarrisco in questo ritorno. La normalità di un andirivieni. Immagino la luna sulla roccia di Gheralta.
San Casciano in Val di pesa, tre ottobre


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