Un piccolo avviso ai naviganti. I post dipendono anche dall'umore. Mi sto accorgendo di non rispettare un patto che avevo fatto con me stesso. Raccontare, con regole non scritte del mio giornalismo, solo storie che avevo visto con i miei occhi o alle quali mi sentivo 'vicino'. Niente commenti, niente sensazioni sull'onda della lettura di un giornale. Non sta andando così. Alcune tentazioni sono state troppo forti, ad altre ho resistito. Poi gioca anche la fatica. Per fortuna, un blog, almeno questo blog, è una storia personali. Si scrive più per sé. Forse per vanità o cocciutaggine. Anche se si è felice di avere trenta lettori. Io, probabilmente, scrivo e fotografo per dire a me stesso che ci provo a fare qualcosa che vorrei che assomigliasse al giornalismo, inteso come story-teller. Mi chiedo spesso a chi può interessare tutto questo. Tanto vale che scrivessi queste cose su un quaderno da poi smarrire nel disordine della mia casa.
Non so bene perché vi dico questo. Forse perché lo scrivere ogni giorno sta diventando una piccola ossessione. Un po' autistica. Non so. Forse è solo l'inverno e non sono oltreoceano come avevo sperato di essere. Forse perché vorrei raccontare con microstorie quanto di grande sta accadendo ora nel mondo: le primavere arabo che ora stanno vivendo l'autunno, la Libia, l'America Latina tanto lontana da essere dimenticata, il fragore della crisi con le sue conseguenze sulla vita di tutti noi. Ma dovrei essere lì, in un bar di Tripoli, in una piazza di Atene, nel saliscendi di La Paz.
Ho preso troppo spazio.
E allora racconto solo una storia che avevo scritto mesi fa. Due ragazzi sono passati a casa mia diretti a Cancellara, al Sud. Vi arriveranno solo a dicembre. Andranno a lavorare in una 'fattoria' dove sono stato molti anni fa e dove sono tornato la scorsa estate. E allora ho pensato che avrei dovuto mettere questo post dedicato a Gabriella, Mariano ed Emiliano. E' una piccola storia che merita.
Cancellara |
Anni fa, sono già cinque, mi imbattei in Mariano, Gabriella e in loro figlio, Emiliano. Conosciuti, mesi prima, a Fa la Cosa Giusta, fiera milanese delle buone pratiche. Andai a Cancellara, piramide di case aggrovigliate attorno a un campanile e un castello abbandonato. Venti chilometri da Potenza. Sud, profondo Sud.
Mariano e Gabriella nei primi anni ’90, avevano lasciato le valli bergamasche per migrare a Sud. Un geometra e un insegnante, con due figli, avevano deciso di cambiare vita: via dal Nord, via dai venti leghisti che allora soffiavano in quella regione. Per provare a fare i contadini e gli allevatori in quella Lucania in cui Mariano era nato nell’immediato dopoguerra. C’era una vecchia casa, dal portale di pietro. Attorno c’erano i paesaggi di Cancellara. C’era la terra. E si poteva appendere una bandiera della pace al balcone della casa. Poi, fra mille guai, grovigli di problemi, impigli di ogni genere e soldi che non bastano mai, Mariano, Gabriella e Emiliano cominciarono a costruire un piccolo miracolo. Sono sfrontati nel loro coraggio: seminano grano Cappelli (difficilissimo, buono, rischioso) e farro. Allevano cavalli e vacche. Curano alberi da frutta. Fanno marmellate e dolci. Riescono a ristrutturare vecchi casali. Emiliano diventa cuoco. Offrono la loro cucina e la loro ospitalità. Aprono le porte ai bambini e mettono su una ‘fattoria didattica’.
Cinque anni fa, passai per la prima volta, da Cancellara. Venni ospitato in una grande camera dai mobili di un’altra epoca. Assaggiai la pasta fatta dalle loro farine. Guardai quei panorami straordinari. In fondo, chiesi a Mariano, Gabriella ed Emiliano di sorprendermi. Di convincermi che era possibile realizzare i sogni.
Mariano nella stalla |
Sono tornato agli inizi della scorsa estate. Stavano per cominciare le ultime raccolte del grano. Paesaggi d’oro, il grano Cappelli ondeggiava al vento. Le vacche reclamavano l’attenzione di Mariano. Gabriella era alle prese con le marmellate. C'erano ospiti a pranzo. Sono passati gli anni, ma Mariano continua ad avere uno splendido carattere di tempesta; Gabriella contagia con sorriso, caparbietà e felicità pura; Emiliano coltiva i silenzi e i buoni cibi. Attorno alla loro un’Italia che ci prova a essere diversa: coltivatori biologici, gruppi di acquisto solidale, rete di produttori…..insomma, sì, un altro, piccolo mondo, in fondo, è possibile…almeno ci si può provare.
La campagna estiva di Cancellara |
La migrazione a rovescio di una famiglia è diventato un sogno concreto. Fragile e bello, complicato e tenace. Non tutto è come ve lo racconto. Giorni di sole e giorni di pioggia. Come sempre. La Lucania è una terra di meraviglia. Un Sud sfolgorante. Merita venire fino qui.
Vi lascio i loro indirizzi: azienda agricola biologica Bioagrisalute, www.bioagrisalute.it, a Cancellara, a un passo da Potenza. Tel. 0971.742005; 347.3637647. falconero@yahoo.it
San Casciano in Val di Pesa, 31 luglio
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