Folco Terzani |
Folco parla a voce alta. Un po’ accelerato. Un tono sopra le note, immagino. Non è sommesso. Ha urgenze. E ha un bel sorriso, i capelli raccolti a coda, indossa le scarpe (sostiene che le porta raramente e il libro che ha appena scritto si chiama ‘A piedi nudi sulla terra’, edito da Mondadori – ohibò!-). E’ simpatico, Folco. Ha cose da dire. E’ onesto: ‘Io sono una frode’. Affolato il secondo piano della libreria Edison nel pieno centro di Firenze. Questa è la città di suo padre.
E’ attratto dagli ‘estremisti’, Folco. Dalle suore di Maria Teresa di Calcutta. Dai loro sorrisi di fronte alla morte. Dalla perfezione del loro ‘nulla’ che è un ‘tutto’. Poi segue le orme degli asceti indiani. Incontra Baba Cesare. Per scoprire che è italiano con un passato che non si può raccontare. Folco prova a vivere come un asceta. Senza nulla. Perfino con l’impegno del silenzio. Avere mai provato a essere senza 'nulla'?
Qualcuno li fa scivolare una moneta da cinquanta rupie e Folco si aggrappa a quel biglietto che vale meno di un euro. E' tutto quello che ha. Ma un asceta gli racconta come con i soli soldi che possiede, ha comprato caramelle per i bambini. Folco ‘capisce’. E si libera anche delle cinquanta rupie. Nudo. Nel mondo.
Folco Terzani alla libreria Edison |
Folco parla del sole. Gli asceti ringraziano il sole. E’ la vita dopo la notte. La vita è nel sole, non nella economia. L’asceta è sopravvissuto al buio e al freddo e ora il sole lo incoraggia. Lo guarderà per tutto i suo viaggio nel cielo. Fino al tramonto. Ho un pensiero blasfemo. Quali sono state le prime parole di Mario Monti da presidente incaricato? ‘Che bella giornata’. E guardava il cielo. Il sole sorge per tutti: per i potenti e per gli asceti. Anche i presidenti hanno occhi per il sole? Ma la loro notte non è stata un pericolo.
Fatico a seguire Folco. E' troppo veloce. Parla in fretta. Delle montagne. Che sono lì per te. Dei confini da varcare. Della ‘ricerca’ (e io non sono cosa sia questa ‘ricerca’). Della spiritualità. Della forza del movimento che ha condotto in India una generazione di ragazzi. A questa stirpe apparteneva Baba Cesare, il personaggio reale del libro. Coicidenze: la sera prima anche Giuseppe Cederna mi ha parlato di chi andava in India via terra. Anni ’60 e ’70. I ragazzi partivano senza consapevolezze, figli di una cultura che stava cambiando il mondo occidentale. Decidevano la sera e la mattina dopo erano a Venezia, sul treno per Istanbul. Senza una lira in tasca. Un treno fino a Tehran, un magic bus fino a Kabul, in Afghanistan si fumava tutto quello che si poteva fumare, poi si attraversava a piedi il confine con fra Pakistan e India.
Mia figlia, oggi, non può rifare questo viaggio. E io mi interrogo sulle ‘colpe’ di quella generazione. Della mia generazione. Siamo passati per l’Iran e per l’Afghanistan senza guardarci attorno, autoreferenziali, concentrati solo su noi stessi, bravi a cambiare (forse) il nostro mondo, ma incapaci di alleanza con la gente che incontravamo. Amavamo la bellezza dell’Afghanista e dell’Iran senza accorgerci del marciume della sua società. Eravamo ‘protetti’ dallo Scià e dal Re. Dalle loro polizie. Sembra assurdo, vero? Insomma, forse abbiamo cambiato noi, ma certo non siamo riusciti a trovare una storia comune con i contadini (e gli asceti?) che ci circondavano. E loro si sono ribellati. E la storia ha poi portato guerre e teocrazie in quelle terre. Non abbiamo lasciato quasi niente in eredità ai nostri figli.
Fuori della Libreria Edison c’è un uomo che vende FuoriBinario, giornale di strada. Lo evito con imbarazzo. Poi penso: asceta involontario….come le migliaia e migliaia di persone che continuano ad attraversare il deserto per cercare di raggiungere il nostro. Molti non hanno scarpe ai piedi, vanno a piedi nudi sulla sabbia, ma vorrebbero avere un paio di scarpe.
I pensieri di Folco |
Non so, Folco. Dici, come se fosse un inciso: ‘Io sono una frode’. Lo siamo tutti, immagino. Chi più, chi meno. Mi piaci. A istinto, a pelle. Non hai fatto il monaco e nemmeno l’asceta. Sei venuto via dall’India con un aereo, vai da ‘Occupy Wall Street’ in taxi. Immagino la grande casa di Bellosguardo. Scrivi e pubbliche un libro. Che deve essere venduto. E’ economia (lavoro, salario, profitto, meccanismi che hanno dato e tolto benessere). Rubarlo è antisistemico? Si può rubarlo? Un asceta lo ruberebbe? Folco distribuirebbe pagine gratis all’angolo di una strada? Sì, penso di sì.
San Casciano in Val di Pesa, 22 novembre
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