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Le mani sorreggono la Cuccagna |
‘Se cammini, entriamo assieme in chiesa’. Il
capo ha fretta, è l’ultimo giorno,
accelera il suo passo lungo la salita del Corso. Oggi deve alzarsi la Cuccagna.
E’ lavoro per gente che sa usare motoseghe e forza, leve ed equilibrio. Bisogna
andare in chiesa a prendere la Rocca, la Cima, l’abete. Ha passato la notte tranquillamente
distesa nella navata della chiesa di Santa Caterina, basilica madre di
Viggianello.
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La Rocca nella chiesa di Santa Caterina |
Mattina di lavori. I buoi danno mano a un ultimo spostamento
dell’albero. C’è una buca nel piazzale che lo aspetta. Là dovrà essere
innalzata la Cuccagna.
E’ tempo per l’innesto. E’ un incastro complesso. Lavoro da
boscaioli esperti. Viene scavata una scalanatura alla cima della Cuccagna. Qui
dovrà incassarsi la Rocca. Per la prima volta, dopo decenni, i boscaioli di
Prastio lavorano assieme alla gente di Torno. La Pace del Pollino ha retto alla
prova della Festa. Gli uomini delle due contrade, rivali per decenni, si
passano la motosega, si danno consigli, si aiutano. Danno a turno colpi di
mazza. I
caporali osservano in
silenzio. Sono
codici di paese,
difficili da comprendere da chi viene da fuori. I lavori hanno trovato il loro
ritmo.
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Innesto della Rocca nella Cuccagna |
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Ultime manovre con i buoi |
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Si 'lega' la Rocca e la Cuccagna |
Gli uomini incrociano legni di faggio,
costruiscono quattro
forche. Sono le
leve robuste che dovranno innalzare la Cuccagna. Non posso crederci: l’albero
verrà sollevato a mano, metro dopo metro, solo con la forza delle braccia. Ora i
paesani si fanno sotto la Cuccagna, fanno le prove dei loro muscoli. E’ lo
sforzo di un paese. E’ fatica da titani. Solo uomini in gioco. Si infilano
piccoli tronchi sotto la Cuccagna. Fulcri sui quali l’albero poggia sollevato
da terra. E’ lavoro da maestri.
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Si solleva la Cuccagna |
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La fatica del paese |
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La Rocca 'fiorita' |
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Si alza la Cuccagna |
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Centimetro dopo centimetro |
Il caporale di Prastio dà ordini. Fa tacere la
banda. Bisogna ascoltare i comandi. Questa Festa è senza musica. C’è tensione. La prima forca si alza a sostenere
la Cuccagna. Gli uomini ubbidiscono alle grida del
capo e di suo fratello. Avanti con la prima forca, poi la seconda.
La quarta arriva quando l’albero è già a quarantacinque gradi. I paesani si
affannano sotto il peso della Cuccagna. L’albero, diretto da un intreccio di
corde, si alza centimetro dopo centimetro. La Cuccagna ondeggia, cigola, dà
qualche brivido. Un’ora per tirarlo su con lentezza emozionata. Un’ultima
spinta, uno scrollone, un contraccolpo. L’albero è in piedi. Qualche timore. Oscilla.
Si ferma. E’ stabile. Poi, in un momento, va tutto a posto. La Cuccagna è stata guidata dentro la piccola
fossa. Si incastra alla perfezione. L’albero punta al cielo. Il costone delle
case di Viggianello fa da corona aerea alla Cuccagna. Il lavoro non è finita, colpi
di mazze per consolidarne le ‘fondamenta’.
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Si alza l'albero |
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La Cuccagna a mezz'aria |
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E' quasi fatta.... |
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Si lavora alle 'fondamenta' |
L’albero, con la sua cima infiorata dalle stelle filanti, è
bellissima. C’è felicità liberatoria fra i paesani. Di nuovo abbracci, birra a
casse, grandi sorrisi. Niente lacrime, questa volta. Un vecchio si avvicina al
sindaco si passa la mano sulla guancia, porta il dito all’occhio. Un segno. ‘E’
stato magnifico’. Uno sguardo per intendersi. Guardo Franco e Giuseppe, i
capi di quelli di Prastio e di Torno,
scambiarsi un brindisi con due bottiglie di birra Peroni. Gesto quasi timido.
Forte come una stretta di mano.
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L'albero è in piedi. Quasi |
L’albero rimarrà in piedi fino all’anno prossimo. Sarà
abbattuto solo pochi giorni prima dei giorni della nuova Festa. Il suo legno
verrà messo all’asta. Fine di un ciclo annuale. Solo allora i boscaioli di
Viggianello riprenderanno il cammino di Zà Perna e del colle dell’Impiso.
Allora, si ricomincerà. Da sempre. E per sempre.
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L'albero rimarrà in piedi per un anno |
Vado via nel tempo della controra. Non rimango per la
processione e il tempo religioso. Me ne dispiace, ma devo partire. I saluti ora
hanno fretta. La gente va a tavola. Questa volta ci si trova in famiglia. Tempo
di intimità, per i familiari più vicini. Per raccontarci la storia della Festa.
L’albero è solo. Giù, nel piazzale.
Vigggianello, 26
agosto
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