|
Castelmezzano |
|
Castelmezzano |
Il cielo non ha voluto fare un altro regalo a Castelmezzano.
Oggi le Dolomiti hanno nuvole e pioggia. Comincia il vento degli autunni. C’è
una bellezza profonda nel paese. Oggi, spiegano i manifesti, è tempo religioso.
La festa laica è finita. Oggi, 13 settembre,
a due mesi esatti dalla vera ricorrenza, è giorno di Sant’Antonio. Il Santo
dovrà viaggiare per il paese. Non sarà solo: il corteo salmodiante della
piccola folla di Castelmezzano accompagnerà anche San Vito e l’amatissimo San
Rocco con il suo cappello messicano.
|
Parte la banda |
|
La banda fra i vicoli |
|
Il passaggio della banda |
|
Il passaggio della banda |
I ragazzi si sono vestiti a festa. Via le magliette
stracciate e arrossate dal vino. Via i pantaloni da rissa. Indossano scarpe
lucide, jeans freschi di bucato e camice azzurrine. Hanno fatto shampoo e i
capelli sono lindi. Le ragazze vogliono fare colpo. Tubini neri, scarpe
luccicanti con tacco eccessivo, gonne attillate, camicette con i pizzo. Capelli
al vento. E sorriso sfrontato. Un altro paese. Almeno nelle ore del sacro.
|
La questua |
|
La questua |
|
La foto alla banda |
|
La questua |
|
La questua |
Arriva la banda da Calitri. Agghindata a matrimonio. I
ragazzi del Comitato vanno per i vicoli del paese con vassoi del Campari in
mano. Giro di questua. Colletta per la festa. Musica come avviso. Sulle porte
della case i vecchi, le donne, qualche bambino. Prendono l’immagine del Santo,
la ‘figurina’, lasciano un foglio da
dieci euro nel vassoio, portano il santino alle labbra, guardano la banda
sfilare. I vicoli sono stretti, si passa in due al massimo, si salgono scale,
si scende, ci si biforca, si rallenta, si prende fiato. Suonare un trombone in
salita è soffio difficile dai polmoni. I musicisti se la ridono. Paesani offrono
taralli e bibite ai ragazzi. Il cielo minaccia pioggia.
|
La processione lascia la chiesa |
|
San Rocco fra i vicoli |
|
Il trombone e la partitura |
|
San Vito e le scale |
|
Le ragazze e la croce |
|
La processione e la pioggia |
|
San Vito davanti al Comune |
A mezzogiorno, passata la messa, i tre Santi affrontano il
maltempo. ‘Siamo usciti, niente ci può fermare’, dice don Alessandro, più forte del
temporale. Questa volta il cielo ascolta e dà tregua. La processione scende e
sale, si inerpica, le vecchie fanno fatica, ma non perdono il passo, si
aggrappano al braccio della figlia o della nuora. Dalle case esce il profumo da
acquolina in bocca dei peperoni friggitelli.
Viene voglia di fermarsi a ogni porta e farsi invitare. La processione si
ingolfa nelle stradelle più strette, affronta i vicoli a gradoni, punta sulla
parte alta del paese, ridiscende verso la strada principale intasata di bancarelle. I Santi devono affacciarsi all’anfiteatro della valle.
|
L'arrivo dei Santi sul corso |
|
San Vito |
|
Gli uomini della processione |
|
Il Santo aspetta i fuochi |
|
La gente della processione |
|
Il ritorno in chiesa della processione |
Tre tavoli-altare aspettano i tre
Santi. Che si godano anche loro i fuochi di artificio esplosi di giorno. Sincretismi della
modernità: i bancarellai sono, per lo più, senegalesi mouride e arabi, gente musulmana che sale al paese per la festa dei
cristiani. Bella storia. Loro vendono pesci rossi, chincaglieria, ombrelli (saltati
fuori alla prima nuvola grigia), tessuti, artigiano finto-africano. I Santi
esibiscono gli ori delle grazie donate. Osservo un orologio importante appeso
al velluto di Sant’Antonio. Finiscono i fuochi, i Santi tornano alla chiesa, la
banda suona con alle spalle la bellezza delle Dolomiti. La gente corre alle
case. C’è la pasta al forno già sul tavolo. La tempesta d’acqua può scoppiare
in santa pace. Troviamo rifugio in un bar dove Luigi, sedici anni, è
indaffarato con il suo nuovo Iphone.
|
Il circolo |
|
Tifano Juve e il Santo |
|
L'elenco dei doni all'asta |
|
I beni dell'asta |
|
Si prepara l'asta |
|
L'attesa dell'asta |
|
L'attesa dell'asta |
‘Non perdetevi l’asta. E’ divertente’, consiglia don
Alessandro. E ha ragione. Un tempo, pochi anni fa, alla Cima dell’albero si
appendevano targhette con su indicato i premi. Si staccavano i fucili da
sopra il caminetto e si andava a sparare. Qualcuno si azzardava anche a salire
fino in cima. Oggi manca l’abilità degli scalatori (ma Mimmo ci prova, è un
furetto, arriva a metà, rinuncia) e un questore, anni fa, appena arrivato, decise
che era l’ora di finirla con gli spari in paese.
|
Un bicchiere di vino all'asta |
|
L'asta |
|
L'elenco dei doni all'asta |
|
Una bottiglia all'asta |
|
Peperoni all'asta |
|
Il controllo dell'asta |
|
Durante l'asta |
|
Durante l'asta |
Allora, a Castelmezzano, ci si è inventati l’asta. I paesani
portano doni: conigli, foulard, polli, piante, bottiglie di vino, casse di
birra, formaggi, scarpe da donna, cavatappi, capre, tacchini, maialini,
marmellate, lampade, rasoi elettrici, perfino un forno a microonde da macchina,
palloni da calcio, olio, cinque quintali di cemento e tre gomme da auto. Un
caravanserraglio di regali. Luciano batte il prezzo d’asta. Alla fine c’è tutto
il paese sotto l’albero. Incuranti della pioggia che va e viene. Ci si diverte
davvero. A battersi per formaggi o un bicchiere di vino. Chi vince la cassa di
birra, ne distribuisce bottiglie ai paesani. Il formaggio viene subito tagliato
e offerto. Ha orgoglio chi si porta a casa un grosso, grasso tacchino bianco.
Un bambina in carrozzina gioisce dei due pelouche 'vinti' dalla mamma. Viene
messa in asta anche un bicchiere di vino. Raggiunge la quotazione di otto euro.
Va avanti fino a buio l’asta. Quattro ore. C’è da fare invidia a Sotheby’s.
|
La banda e il paese |
|
La banda e il paese |
C’è anche la lotteria. I tempi sono cambiati. Un Ipad (primo premio) vale più di un vitello
(terzo premio). Si può vincere anche una manciata di gratta e vinci.
|
La solitudine dell'albero |
|
La notte dell'albero |
Riprende la pioggia. Sono arrivati (controvoglia) i
musicisti da Napoli. Hanno camicie e pantaloni neri. E volti spigolosi. Teloni
proteggono gli strumenti. La gente cammina fra le bancarelle. Ci saranno i
fuochi a mezzanotte. Un bambino gira da solo sulla giostra. I ragazzi si
sfidano tirando pugni a un pallone da boxe. Rocco, amico di Pietrapertosa, ci offre un kebab al camion-panini. Cibo turco. Conosco la ragazza dei panini: è una toscana venuta a vivere qua, migrazione a rovescio. Segni dei tempi cambiati. Modernità di
montagna lucana della festa.
Castelmezzano, 13 settembre
Nessun commento:
Posta un commento