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Castelmezzano e le sue Dolomiti |
Il Maggio di settembre, il Maggio di Castelmezzano, è festa
dei ragazzi. Almeno all’alba. Hanno l’aria stremata e spavalda di chi ha
passato la notte insonne nel bosco. La festa è un’idea di libertà. Vino e
fuoco. E risate che si perdono nel buio. Notte maschile. All’alba, all’acqua
della Virgilia, non c’è nemmeno una ragazza. Fabio arriva con l’irruenza di un
trattore. Vi ha montato sopra le casse di un amplificatore, fiori e una
damigiana di vino. Ha le guance arrossate e gli occhi eccitati. Luciano fa parte
del Comitato (c’è sempre un
comitato
nei paesi delle Dolomite Lucane) cerca di sorvegliare i ragazzi. Di dare un
ritmo a una banda barcollante.
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Il taglio della Cima |
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La discesa della Cima |
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La Cima |
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'Benedizione' della Cima |
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Il trasporto della Cima |
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I Cimaioli |
Si sale nel bosco. Pochi metri. Incertezza sulla pianta.
Questi ragazzi sono i
cimaioli.
Bisogna tagliare l’agrifoglio, la Cima. Qui nessuno parla di un matrimonio
degli alberi. Si taglia e si trasporta perché così è la festa. Chiedo perché
proprio questo albero: ‘Perché è più raccolto’. Devono tradurmelo. Lo hanno
detto in dialetto e non riesco a trascrivere la parola. Età media attorno a me:
diciotto anni. Forse meno. Felicità pura. Sono voraci, questi ragazzi. Hanno
energia. Fabio ha portato la grappa. Si beve a garganella. E la gola brucia. Si
aggancia la sposa al trattore di Fabio. Non deve perdere foglie, non deve
strisciare lungo l’asfalto. Via, partenza, è tardi. L’albero maschio, il cerro
aspetta al bivio di Collalto. C’è strada da fare. Sound-system delle montagne.
Musica ad alto volume. Trattore suonante. Fabio sbanda, raddrizza il volante.
L’agrifoglio viaggia.
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L'arrivo dei buoi da Pietrapertosa |
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La musica per l'arrivo dei buoi |
Strano appuntamento sotto l’albero sacro della
Regina Pura di Collalto. Il Maggio
aspetta da tre giorni. La Sposa sta arrivando con impazienza. Da Pietrapertosa,
ecco i
paricch’ dei buoi. Al mattino avevo visto Andrea,
Mimmo, Mario e gli altri preparare i gioghi e le corde. Sono lì con i loro
abiti da montagna. Sono teatranti del bosco, gli uomini di Pietrapertosa.
Orgogliosi di mostrare la loro abilità e la bellezza delle proprie bestie.
Sembrano sopite le rivalità da rissa fra Castelemezzano e Pietrapertosa.
Giovanni, nell’attesa, mi racconta di piazza trasformate in pedane di pugilato. Vecchie storie di vino e di donne. Storie lontane. ‘Ora abbiamo sotterrato le asce di
guerra’, mi dice.
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Parte il corteo dei trattori |
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Il Maggio tirato dai trattori |
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Il corteo dei trattori |
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Il Maggio tirato dai trattori |
Strano appuntamento. Gli uomini di Castelmezzano sono arrivati
con i trattori. Buoi, alberi, macchine della campagna, uomini e ragazzi si
mischiano. Appaiono le ragazze: distribuiscono caffè, anice, paste, vino.
Poi Donata, nella sua casa (costruita pietra dopo pietra dal
marito scalpellino), offre pizze, focacce e vino. E’ felice, Donata. Ha
lavorato tutto il giorno per i pochi minuti della sosta del corteo della festa.
Canta con i ragazzi che le regalano una serenata. Si unisce al coro.
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Le pizze di Donata |
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Cantata per Donata |
Ecco, le case di Santa Croce. Finalmente è tempo dei buoi.
Per loro è stata una passeggiata. Scenografia di paese. L’albero deve entrare a
Castelmezzano trainato dai buoi. Sono appena settecento metri, ma ne va
dell’orgoglio della festa. Si intuiscono le fierezze di paese. I
gualani di Pietrapertosa sfoggiano
giubbotti, cappelli da cow-boy e le stelle di sceriffo con Sant’Antonio.
Aggangiano con rapidità esperta i buoi al Maggio. Fanno battere i ferri dai
ragazzi di Castelmezzano. Poi, via. A passo di carica. La Cima è sulle spalle dei cimaioli. Via. Di
corsa. Gridando, ballando, danzando. I ragazzi ci tengono da matti. Fanno
impennare l’agrifoglio, lo ruotano, vogliono mostrare all’albero la bellezza
del paese appoggiandolo sul balcone che si affaccia sulle Dolomiti. Quartiere
di Santa Croce, rione nuovo del paese. Drappi rossi ai balconi. Peperoni alle
ringhiere. La gente schierata sulla strada. Appare la banda con le sue musiche.
Due belle ragazze fanno vibrare i clarini con sorrisi ingenui. Passano, come
bersaglieri, i ragazzi della Cima. Baruffano con il carabiniere che vuole
fermarli prima del paese vecchio. Niente da fare, la Cima deve ruotare nella
piazza della chiesa. Ci sono i pali
delle luminarie, le bancarelle. Il paese è affollato. Arrivano i buoi. Anche i
gualani di Castelmezzano vogliono
entrare di corsa. I buoi sembrano puledri. Ci si apre un varco fra le
bancarelle. Manovra difficile. L’albero deve ruotare, girare su sé stesso, deve
essere pronto a essere innalzato. Il paese è un palcoscenico: tutti vogliono
mostrare bravura e devozione. Fabio grida senza voce: ‘Viva Sant’Antonio’. Le donne
arrivano con i cesti dei
‘uscuott, i
taralli secchi: vengono infilati alle corna dei buoi.
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L'attesa del corteo nuziale |
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I buoi agghindati |
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La Cima arriva al paese |
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Il Maggio arriva al paese |
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La banda |
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Ingresso in paese del Maggio |
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La Cima, di corsa |
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I biscotti nelle corna |
Il Maggio fa dietro front. Retromarcia. Fino alla via
Provinciale. Panorama di bellezza sulle case di Castelmezzano, aggrappate alla
Dolomiti. I buoi vengono sganciati. Qui c’è la fossa che aspetta l’albero per
l’innalzamento. Tempo del cibo. Generoso, come sempre. Gli uomini grigliano i
muglitidd’, involtini di carne, le donne hanno preparato pollo con i peperoni,
formaggi e pomodori dalla polpa dolcissima. Mimmo sparge sale, Andrea offre
vino e compra delle
nastecche per i
suoi buoi in un’asta improvvisata. Salsiccia nella sugna. No, questa non è
storia per vegetariani. Don Alessandro brinda con i maggiaioli. Festa e parole. Fuori, i ragazzi sfidano gli adulti in una morra vociante e adrenalinica.
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L'offerta dei taralli |
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Il pranzo dei gualani |
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La morra |
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La morra |
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