Doha (da wikipedia) |
Raccontano che gli investitori del Qatar (banca centrale, fondo sovrano) posseggano il 95% dello Shard, il più alto grattacielo
dell’Europa, inaugurato ai primi di luglio. 310 splendidi metri, vetro e acciaio, che svettano sul Tamigi
della Londra delle Olimpiadi. Doha, da tempo, ha deciso di non essere più
invisibile. Mostra tutta la sua forza.
E’ un’estate impressionante per l’emiro Hamad bin Kalifha
al-Thani. Solo pochi giorni prima della spettacolare inaugurazione dello Shard,
il primo ministro qatarino, lo sceicco Hamad bin Jassin al-Thani, incontrava il
segretario di stato Usa, Hillary Clinton, per convincerla della necessità di un
intervento internazionale in Siria.
Mozah bin Nasser al-Missned |
L'emorio Hamad al-Thani |
Il Qatar ha una straordinaria capacità di onnipresenza.
Passo dopo passo, sta conquistando l’immaginario occidentale. Sempre ai primi di
luglio, la famiglia reale di Doha ha staccato un assegno da 700 milioni di euro
(720 secondo fonti diverse) per comprare Valentino,
marchio del lusso (fatturato 2011 da 322 milioni di euro, una crescita del 23%
nei primi sei mesi del 2012). Acquisto personale dell’emiro, fanno capire i
bene informati. Valentino è stato comprato da una società qatarina, la Mayhoola
for investments ‘partecipata da un primario investitore’ di Doha. Ufficialmente
il nome dell’emiro e di sua moglie Mozah bin Nasser al-Missned non è comparso,
ma nessuno dubita che sia la famiglia reale ad aver concluso l’affare. Una
curiosità: la Mayhoola ha avuto la licenza di holding company appena nove mesi
fa.
Rosso Valentino (da tafner.it) |
Il Qatar ha un disegno strategico fin troppo chiaro: moda,
lusso, arte, sport, televisione sono i suoi business. La sua cassaforte è il gas. Doha compra
i simboli dell’occidente (simboli che producono denaro): i magazzini Harrod’s,
il 10% della Porsche, il 2% di Lwmh (il marchio Luis Vitton), l’hotel d’Evreux
in place Vendome a Parigi, palazzi agli Champs Elysèe e in Rue de Rivoli. Il
vecchio hotel Gallia a Milano. E ancora partecipazioni in Tiffany, in Suez, in
Veolia…..si fa prima a dire cosa non possegga l’emirato qatarino. L’elenco
appare senza fine: il 17% della Volskwagen, gli studios della Miramax, quote
significative della Borsa di Londra. Prima di questa estate il Qatar ha fatto
in tempo a regalarsi la Costa Smeralda (e l’ha pagata meno di Valentino). Doha
possiede partecipazioni di rilievo in banche: il 5% dei Crèdit Suisse, maggior
azionista in Barclays (il 6,5%).
Zlatan (da tempi.it) |
Con poco più di 60 milioni di euro, il Paris Saint Germain
(proprietà del Qatar), squadra senza storia nel mondo del calcio, ha portato
sotto la Torre Eiffel Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic. Dicono che Silvio
Berlusconi sia sia dovuto rimangiare la promessa di non cedere, contro la loro
dichiarata volontà, i due giocatori-star perché spera in un generoso ingresso
dell’emirato nel suo traballante impero televisivo. Intanto, quest’anno vedremo
come la collezione di figurine (oltre i due ex-milanisti, già vi sono Pastore e Lavezzi e il giovane Verratti che salta dal Pescara a Parigi) la squadra di Ancelotti e Leonardo giocherà in Champions League. L’emiro possiede anche il Malaga e
sponsorizza il Barcellona. La Fly Emirates sostiene il Milan, il Real Madrid
(equidistanza sportiva), l’Arsenal e l’Amburgo. Nel 2022, i mondiali di calcio
si giocheranno nelle fornaci (stadi con aria condizionata) del deserto
qatarino.
Raccontano ancora che i servizi segreti, ancora scottati dal
sorprendente ingresso della Libia di Gheddafi in Finmeccanica appena un mese
prima della rivolta di Bengasi, abbiano fatto sapere che il Qatar ha messo gli
occhi anche sui cantieri navali di Ancona e Monfalcone. Fra i primi al mondo
per la costruzione di yacht e navi da crociera. Voci di giornalisti parlano di
interessamento per la Snam.
Prende un senso di vertigine a stare dietro alle mosse dei
manager qatarini. Dove trovano il tempo di occuparsi di affari e di scenari di
geopolitica? Quello che è certo è che il protagonismo dell’emirato ha alterato
ogni equilibrio nel Golfo Persico e in Medioriente.
Il Qatar |
E’ vero che a leggere le statistiche ogni qatarino ha un
reddito di 102mila dollari. Chi ha i soldi, comanda. Un piccolo lembo arido di
deserto (undicimila chilometri quadrati, poco meno di due milioni di abitanti,
ma solo 640mila di origine qatarini), indipendente da appena quaranta anni, è
diventato una potenza mondiale. Quanti sono i governanti dell’emirato? Quando
dormono? Oltre a star dietro ad affari da marziani, impiegano il loro tempo a
trattare con talebani in Afghanistan e con Hamas a Gaza (i due movimenti islamisti radicali hanno i loro uffici a Doha). Spediscono (Doha nega, ma ogni fonte
giornalistica conferma) armi in Siria. Vogliono la testa di Assad (anche se sua
moglie Asma è sempre stata una eccellente cliente di Harrod’s), come hanno
preteso quella di Gheddafi. Stanno dietro al nuovo potere in Tunisia e in
Egitto. Al Jazeera è la televisione più influente del mondo arabo. I suoi
uomini stanno creando le televisioni in Libia e in Bosnia.
Una curiosità: mi piacerebbe sapere cosa si sono detti il
premier italiano Mario Monti e l’emiro al-Thani il 16 aprile? Dopo quel
colloquio Doha ha cominciato la sua campagna acquisti anche in Italia.
30 luglio. San Casciano in Val di Pesa, 30 luglio
30 luglio. San Casciano in Val di Pesa, 30 luglio
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