‘Ho capito che in questa terra si trova a disagio chi cerca il viaggio come ozio. Chi separa il tempo delle proprie abitudini da quello del disorientamento. La Dancalia, con il suo caldo torrido e snervante, è l’opposto di una vacanza. Se vieni qui cercando avventure, non riuscirai ad andare oltre la tua superficialità. Che ti apparirà insopportabile. Il sole bianco e rovente, l’indifferenza degli afar, la monotonia di un deserto privo di colori ti faranno sentire nudo e impotente. E il tuo equilibrio, fisico e mentale, rischierà di andare in pezzi. Devi difenderti in Dancalia. Devi mostrare, soprattutto a te stesso, di avere un’anima di poeta. Si viene qui per cambiare punto di vista’. (Ander Izagirre)
Le prove del suono (foto di Michele Di Lecce) |
L'ingresso delel Fucine dell'Eco |
In attesa della notte |
Visite alle Fucine |
I Sassi vengono abbandonati nella seconda metà del ‘900. I bambini lasciano quell’asilo. Uomini di teatro, alla fine del secolo scorso, hanno provato a dare una nuova vita a quegli spazi con Il Teatro dei Sassi. Bella storia. Ma ogni cosa ha una fine. Di nuovo l’abbandono per la palazzina. Almeno fino a quando i ‘ragazzi’ (chiedo chi sono: studenti, allievi del conservatorio, gente giù con la laurea in tasca; alcuni, più anziani, sono eredi di storiche occupazioni) non decidono che è tempo di ‘fare qualcosa’ là dentro. Per prima cosa, ripulirlo da rifiuti ed erbacce. Poi la ‘creatività’ può essere un percorso possibile.
Nicola alla chitarra, Daniele al contrabbasso |
Pasquale ai bonghi e Alberto ai sonagli |
Strana città, Matera. Strana per chi arriva da Firenze. Se i
‘ragazzi’ avessero occupato una palazzina nel centro storico della mia città,
li avrebbero cacciati nel giro di due ore. A Matera questo non accade (almeno
fino a quando non vi saranno interessi su quell’edificio). E da due mesi, i
ragazzi si danno da fare. I giornali locali hanno parole di benevolenza e poi
tacciono. Intanto, con lentezza, le idee del centro sociale prendono forma. A proposito: questo luogo si chiama Fucine dell’Eco. Marco mi spiega che in queste stanze vi è un’eco
bellissima. Le storie, qui, rimbalzano di parete in parete e si moltiplicano.
Marco sorride come un gatto dopo una scodella di latte…
Le letture di Maurizio |
Siamo scesi in fondo al Sasso Barisano, qui si trova l'asilo, per la sesta ‘blue
night’ dei Libri Semplici. Abbiamo lasciato il Piano, disceso con chitarre,
libri e amplificatori i gradini, costruiti per il passo dei muli, della città verticale.
L’asilo dei Sassi è a cinquanta metri dal precipizio della Gravina. Passeggio
per le sue stanze. Un generatore garantisce l’elettricità. Niente acqua corrente. Ci si arrangia. Si prova a inventarci una storia. I ragazzi
hanno cucinato frittate e riso, zucchine e melanzane.
Avvio lento della notte. Fa caldo. Niente a Matera ha orari.
Se hai il mito dell’efficientismo, questa città non fa per te. Ricordate? 'Qui si è pigri senza sensi di colpa'. Le attese, qui,
non sono tempo perduto. Ma Vincenzo e sua moglie sono venuti da Tricarico e là
devono tornare. Allora, approfittano del ritardo e della lentezza per passeggiare fra i Sassi. Cerco di scusarmi. Rimarranno fino alla fine.
I libri sono due capitoli di un libro futuro. ‘Gli ultimi
viaggiatori della Dancalia’ e ‘Il sale e l’Africa’ pubblicati da Apreb (www.apreb.it/dancalia). E' il libro più importante che ho scritto. Uscirà in autunno, insh'allah. Per Terre di Mezzo.
Le immagini della Dancalia |
Il racconto della Dancalia |
Nuovi musicisti stasera. Nicola, Daniele, Alberto, Pasquale. Appare un contrabbasso. Ci sono le percussioni. Bello è il loro suono. Bravi, molto bravi. Note leggere che cercano le parole di
Maurizio che legge le storie della Dancalia. Le Menti Semplici, questa volta,
ascoltano. Solo Piero apre la notte con la sua voce da blues lucano.
Il racconto della Dancalia |
Solo una luce per chi legge, il cielo cobalto che entra
dalle finestre, stanza nera, schermo per le foto. E’ così spaesante parlare di
un deserto africano, un deserto di lava e sale, di fuoco e acqua ribollente fra
i Sassi di Matera. Come faccio a trasportare queste persone che mi ascoltano fin
laggiù? La sala è piena, ragazzini stesi sui cuscini, gli altri seduti per
terra o su vecchi divani. Come faccio a far arrivare la Dancalia a
Matera?
Il primo giorno che sono arrivato qua sono andato a trovare Raffaele,
giovane artigiano-artista, nella sua bottega. I suoi lavori sorprendono: crea,
con l’argilla, storie di elefanti, gente dell’Africa, piccoli gnomi e poi li
confonde costruendo un busto di Totò. E fra i suoi lavori spunta un afar, un
dancalo, un abitante di quel deserto. Sono l’unico che può riconoscerlo: quell’uomo a torso nudo in groppa a un dromedario è Kush, uno dei figli 'prediletti' di Hugo Pratt?
La voce di Maurizio, nell’ oscurità della sala, è perfetta
per immaginare la salita al vulcano Erta Ale. La sua voce racconta la leggenda di
Catherine, scomparsa in Dancalia, e la vita di ogni giorno ad Ahmed Ela, il villaggio dei lavoratori del sale. Le foto aiutano, certo, ma è
Maurizio a far apparire il deserto fra i Sassi. La musica dà forma
alle parole. Ci sono istanti di piccola magia. La diversità di una terra africana appare nel Sud d’Italia. Trova un
suo luogo. E' un accettarsi reciproco.
Dopo le parole |
Un ragazzo africano, a fine serata, mi avvicina, mi porge la
mano. Dice: ‘Bene così’. E va a servire frittate e fagioli. Due euro per un
piatto.
Fuori, sui gradini, parliamo di Libia con Nancy (che là è
stata nei giorni della caduta finale di Gheddafi) e dell’assalto al carro nell’ultimo
atto della Festa della Bruna. Creolizzazioni possibili a Matera.
Matera, 5 luglio
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