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In attesa in piazza San Rocco
(Foto di Franco 'Zippo' Zuccaro) |
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La voce di Adele, le chitarre di Leo e Piero |
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La prove di Leo |
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L'introduzione di Adele |
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La piazza |
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Adele e Andrea |
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Daniele e Piero |
Com’è bella, nel tempo in cui il cielo si fa blu-notte, la
chiesa di San Giovanni Battista. E’ una basilica spiazzante. Ingresso su una navata, il suo orientamento disorienta,
è come se cambiasse un mondo fra la sua facciata esterna e le pietre del suo
interno. A volte, qualcuno lascia che canti soffusi si disperdano fra le sue colonne. Allora è saggio sedersi sulle panche della chiesa.
Piazza San Rocco è la più bella fra le piazze di Matera. Vi
è un albero. Un carrubo. Ora vi sono stati messi anche due giovani melograni. I ragazzini
giocano a calcio sul sagrato della chiesa. Aldo e Angelo vi hanno aperto il bar
Ghavè. La bottega di terracotte di
Raffaele è un passo. L’osteria Malatesta a meno di venti metri di distanza.
Roberto, il poeta dismesso, ogni
giorno passa da qui. Questo è un crocevia perfetto. Il turismo e la folla del passeggìo non
arrivano fino a piazza San Rocco. E’ luogo per distratti e per sognatori questa
piazza dalla forma indefinibile. Qui, davanti alla chiesa di San Giovanni
Battista, finisce il viaggio dei Libri Semplici.
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Il caffè Gahvè |
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Si comincia |
Aldo e Angelo non ci pensano su. Le sedie bianche e i
tavolini del loro bar diventano platea e palcoscenico. Non capisco subito che Gahvè sta per caffè. Avrei dovuto
intuirlo. Di questo parliamo stasera. Del caffè e del tempo lento dei Balcani e di Matera. Franco e Massimo preparano i cevapicic, è serata balcanica questa.
Andiamo in Bosnia-Erzegovina, andiamo a Mostar. Penso che le pietre della città
del fiume Neretva e quelle di Matera sono uguali. Penso alla bellezza del
melograno nel biancore accecante delle pietre di Mostar. Guardo i due melograni
di piazza San Rocco. Siamo certi che stasera non verrà nessuno. Siamo stanchissimi. Quasi vorremmo
una serata solo per noi. Leo, Piero e Daniele cominciano le prove. Marco
rilegge le pagine del libro. Vuol essere attore indisciplinato
stasera. Marco è un archeologo e uomo di teatro. Adele, a sorpresa, vuole presentare.
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Viaggio in Erzegovina |
Il libro è la storia dei contadini e del cibo dell’Erzegovina.
Racconta della resurrezione della valle delle Neretva. Parla della forza delle
donne che, ogni giorno, compiono il miracolo del formaggio. Dice di Enver che pianta sorbi,
di Ante che sale dai contadini serbi a comprare formaggi, di ragazzi che si
ostinano a tornare nei campi. Rileggo quelle pagine che, tre anni fa, abbiamo scritto con
Mario. Guardo nuovamente, dopo mesi e mesi, quelle foto. E penso che è stato un
buon lavoro. Viaggio in Erzegovina è
stato pubblicato da BuyBook, un editore di Sarajevo. Quasi introvabile in
Italia, solo attraverso OxfamItalia (l’organizzazione non governativa che
decise questo lavoro) è possibile trovarlo. Era saggio pensare che le strade di una convivenza possano passare per la terra, per il cibo, per i campi.
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Andrea e Marco |
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La lettura di Marco |
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Arriva la sera |
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L'offerta dei cevapicic |
Non so che cosa accada. Noi aspettiamo l’ora nel quale il
sole scompare dietro il profilo di Matera. La notte è lenta. Sono bellissime
queste serate. Le luci della chiesa e della piazza ancora non si sono accese. I
ragazzini gridano inseguendo il pallone. Accade semplicemente che le sedie si
riempiono, alcuni vicini ne prendono altre da casa e si siedono davanti alle
porte, chi passeggia con il cane si ferma, qualcuno svicola da piazza Vittorio
per venire a vedere cosa c’è. C’è folla.
Adele legge e racconta la strana storia di queste serate. Ricorda cose che noi
tutti abbiamo dimenticati: I Libri Semplici, la mostra di fotografie
all’osteria Malatesta, sono nate in una notte d’inverno nel cascinale di Aia Santa a
Vicchio. Poi, senza volere, hanno preso forma e realtà. Annulliamo i chilometri, le distanze. Piero, Leo e Daniele sono in
grande forma. Marco ha sapienza con la sua voce. Uomo di Palermo migrato a
Matera. Conosce i suoni delle piazza. Sa come assecondarli. Sa come far
convivere le grida dei ragazzini, il chiacchiericcio dei passanti e la sua
voce. Legge e trasforma le parole. Dà dimensione a quanto abbiamo scritto io e
Mario. Si avverte nell’aria il sapore del formaggio, il profumo del pane, il
gusto intenso dei fagioli poljiak. Si
avverte nell’aria che è una bella notte.
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Arriva la sera |
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Si accendono le luci di San Giovanni |
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Piazza San Rocco |
Racconto della guerra e della pace. Delle ferite e delle sue
cicatrici. Dico della testardaggine di Aleksa, donna serba, che a Mostar,
offre, nel suo bar, birra croata nei quartieri musulmani. Ricordo il contadino
croato che pianta nuovamente ciliegi all’ombra dei minareti. Rivelo che i
vitigni dei vini bianchi di Erzegovina sono stati salvati da un agronomo
musulmano. Spiego che a Blagaj, sorgente di un fiume carsico, ben prima della
Rivoluzione Francesce, un sovrano musulmano emanò un editto per difendere i
diritti dei cristiani. C’è speranza nei Balcani.
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Marco |
Stasera, in piazza San Rocco, ultima notte, la speranza
sembra diventare storia concreta. Passa l’assessore alla cultura di Matera e,
per un po’, si ferma. Ci sono giornalisti. La gente che si è fermata per caso
non se ne va. Si incuriosisce. A volte, davvero, accadono piccole cose
perfette.
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La sera, a Matera |
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La sera, a Matera |
E se, l’anno prossimo, Terre
di Mezzo, Terre del Sud….
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Blue-night |
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Il ballo di Sonia e Julie |
Tutto è facile. Fine. Ultima serata. Marco legge l’ultima
pagina del libro. La gatta mammona
appare improvvisa. Sound-system dei Sassi. Vendiamo i libri. Salta qualsiasi
ordine. Lascio le mie firme. Parlo con i passanti. Siedo su un gradino. Finisce
qui. Senza alcun trucco. Mani che si sfiorano. Guardo la bellezza della chiesa.
Matera, 7 luglio
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