Hussein |
Da sette anni, Hussein, musulmano dell’altopiano, uomo del
Wollo, lavora ad Afdera. Nelle saline di Afdera. E’ intriso di sale e fatica, ma i suoi muscoli sono
tesi come elastici. Dice che forse ha trent’anni. Ben pochi conoscono la loro
età nelle campagne d'Etiopia. Non è importante, dice. La sua pressione sarà a mille, ma ancora non ha intaccato
le arterie. Hussein spala sale, spacca a colpi di piccone tavolati di sale
nelle vasche di Afdera. Ha nove compagni di lavoro. Devono ridurre in polvere
un tappeto di sale lungo 120 metri e largo 30. Impiegheranno poco meno di un
mese. Saranno pagati trentamila birr. Tremila birr a testa se tutto andrà bene.
Più o meno centoventi euro. Non è sposato, Hussein. Comincia a lavorare alle cinque del mattino. Alle dieci è troppo caldo. Poi questi uomini si lavano in pozzo di acqua calda e aspettano il pomeriggio per ricominciare a lavorare. Fino a notte. Quando la luce della luna si riflette sul sale, può accadere che il lavori diventi fatica notturna.
Noi facciamo il bagno nell'acqua salata del lago. Il barone Franchetti cambiò il nome a questo lago: lo dedicò a Giuseppe Giulietti, avventuriere ottocentesco che non sopravvisse alla sua follia africana. In qualche modo, Franchetti risarcì il lago chiamando Afedera sua figlia. Afdera Franchetti sarà una delle mogli di Henry Fonda.
Ma ad Hussein queste storie non interesserebbero.
Nessun commento:
Posta un commento