Un regalo per Anfrè, la nostra guida afar. Lo incontrerò a
Semera, ci ha aiutato con i permessi per la Dancalia. Compro due mazzi di chat.
Al mercato di Bati, fra i più grandi dell’Africa orientale. Luogo di incontro
di genti amahara, afar e oromo. Capannelli di uomini attorno ai mercanti di
chat. Discussioni eccitate. Gli uomini hanno desiderio di chat. Ma Omar Osman trova il tempo per un bianco
incerto. ‘Raccolto ieri pomeriggio, dopo le quattro’, mi faccio tradurre quanto
mi racconta. Il chat deve essere ruminato
fresco. Ha un sapore amaragnolo. Gradevole. Infilo in bocca qualche
fogliolina. Omar ha 42 anni e sono vent’anni che commercia in chat. Prega
molto, ha la bolla in fronte. Lo
compra dai contadini di Gherba, terra della scarpata. Mi fa un buon prezzo,
dice. 150 birr. Sei euro. Chiedo conferma e cosa mi aspetto come risposta? E’
un buon prezzo. Affare fatto. Me lo avvolge con cura in fogli di giornale. Rimango
un po’ a vedere le sue trattative. Il chat aiuta l’ozio. Si ferma il mondo
attorno a queste foglioline che, in bocca, diventano un palla verdastra,
gonfiano una guancia e sporcano i denti. Ma donano una lieve ebrezza, un senso
di piacere, aiutano le chiacchiere, fanno passare il tempo, regalano qualche
stordimento. Storia di uomini, il chat. Le sue piantagioni stanno sostituendo
il caffè. Saluto Omar, mano sul cuore. A Kasaghedè mi fermo al bar, ci sono
solo due uomini. Assaporano con un sorriso una fogliolina dopo l’altra.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento