martedì 19 ottobre 2010
La Virgen de Cochabamba
Un garage illuminato a giorno. In fondo splendono raggi solari di carta. E un altare barocco e ingenuo. Sorprendente. Pietre di cartapesta, fiori di plastica, pastori come un presepe, bandiere argentine e boliviane. Un gruppetto di uomini e donne seduti in un lato. Grosse auto parcheggiate.
Una donna dal sorriso contagioso ci viene incontro. 'E' il nostro culto. Alla Virgin de Cochabamba. Una Virgen muy milagrosa. Noi siamo i suoi schiavi'. Roque è il marito di Graciela. E' il garagista. Questo salone è stato anche un vecchio tempio evangelico. Roque lo ha trasformato in garage.
Roque racconta: 'Per nove giorni festeggiamo la Virgen. Anche se la sua vera festa è in agosto. In questa novena, ogni sera, preghiamo, mangiamo, la veneriamo. Venerdì faremo la processione e poi una grande festa. Ogni tre giorni le cambiamo di abito. E' bellissima, la Virgen'. Roque è un uomo alto, forte. Si appassiona come un bambino. In affari deve essere uno tosto. Ogni anno, gli 'schiavi' della Virgen, al 15 di agosto, portano la sua statua fino a Cochabamba. Per la vera festa. Lasciano pietre in segno di fatica e di offerta. Uno sciamano li avvicina e chiede qual'è la grazia che chiedono. 'Un figlio', hanno detto Graciela e Roque. Lo sciamano ha cantato ('nella sua lingua', dice Roque), pregato, bevuto birra, mangiato, invocato la Virgen, danzato. Graciela ha avuto il bambino.
Nel garage di Roque, in una via di Salta, si venera una Virgin muy mliagrosa. Sabato prossimo ci sarà la festa grande. Centotrentuno 'padrini' la stanno organizzando in ogni dettaglio.
Salta, 19 ottobre
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