venerdì 4 aprile 2014

Cronache da Gerusalemme.11/Il Muro in asilo

Il check-point (chiuso) di Betanya

Il Muro ha trasformato l’urbanistica di Gerusalemme. Quartieri palestinesi sono diventati periferia. Pezzi di città sono stati espulsi dalla sua geografia urbana.
Alle spalle del monte degli Olivi, il Muro è un’onda. E' un linea sinuosa, aggressiva. Il Vaticano ha trattato per ‘difendere’ i luoghi sacri: voleva che rimanessero ‘al di qua’ di questa barriera di cemento alta otto metri. 
Niente da fare per la tomba di Lazzaro. Il quartiere di Betanya, az-Azareyah, ‘il luogo di Lazzaro’, è stato spezzato dal Muro. Oggi quest'uomo benedetto dal divino non potrebbe risorgere in una terra di pace. Il suo sepolcro è ‘al di là’ della fortificazione israeliana.

Il Muro a Betanya
Il check-point di Betanya (sempre chiuso)

Le suore comboniane hanno ‘casa’ a Betanya. Suor Alcia mi porta sul tetto e quello che vedo è irraccontabile. Il Muro si è insinuato nel quartiere arabo, ha zigazagato ai confini di un vecchio cimitero, ha chiuso strade, diviso vicini, ha spezzato famiglie, separato amici e compaesani. Alla fine, nonostante le proteste dei Nunzio apostolico, ha strappato i bambini palestinesi dall’asilo delle suore. La diplomazia vaticana ha ottenuto solo che la barriera fosse costruita in ferro e non in cemento: il Muro attraversa il cortile della scuola materna comboniana. Per costruirlo sono stati abbattuti alberi. Adesso sono dipinti sul metallo. 

Il Muro nell'asilo. Si vede il vecchio cimitero palestinese. Al di là del Muro

Il varco di un check-point aveva lasciato una speranza: i bambini avrebbero, comunque, potuto raggiungere l’asilo. Così non è stato. Questo passaggio non è mai stato aperto. ‘Qui venivano cinquanta bambini – dice suor Azezet Kidane, comboniana dalle origini eritree – Ne sono rimasti solo quattro: ogni giorno devono fare chilometri e chilometri per arrivare fino a qua, passare davanti a soldati armati e prendere due autobus. E la loro casa è distante poche centinaia di metri dall’asilo’. Il Muro è un serpente fra le case. Un condominio di tre piani è stato costretto a diventare Muro pur di rimanere ‘al di qua’. Non posso credere a quel che vedo dal tetto della casa comboniana. Lo spazio del cortile dell’asilo è sbarrato da lastre di metallo.

Il Museo a Betanya. Il condominio è diventato parte della barriera di cemento

Azezet e Alicia hanno deciso di vivere ‘al di là’ del Muro. In terra di Palestina. A dieci metri dalla loro vecchia casa. Una distanza impercorribile. Devono fare diciotto chilometri, passare un check-point per andare dalle sorelle che, dalle loro finestre, salutano a voce.

Gerusalemme, 27 febbraio




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