Ingresso al quartiere di Silwan |
Esco dalle mura della Città Vecchia. Dalla porta di Dung.
Strano nome: leggo che era una discarica di rifiuti, qui veniva abbandonata la
spazzatura perché i venti ne avrebbero portato via i miasmi. Questa è la
vecchia porta dei Marocchini. Da qui si accedeva ad al-Maghariba, storico
quartiere della Gerusalemme musulmana. Nel 1967 fu raso al suolo dalle ruspe israeliane
dopo la conquista della Old City: il
quartiere dei Marocchini era addossato al Muro Occidentale, i nuovi padroni
della città volevano creare un grande spiazzo di ingresso al luogo più sacro
dell’ebraismo. Distrussero 135 case e cacciarono 650 palestinesi. Oggi nessuna targa
ricorda cosa vi era al posto della grande plaza
che si apre di fronte al Muro. La storia è una lama affilata in questa
città e l'archeologia è un'arma. Ognuno, qui, ha le sue rovine e le sue distruzioni.
Gli scavi della Città di David e il quartiere di Silwan |
Pochi passi in discesa oltre la porta. Qui vi sono scavi
archeologici importanti. Qui è tornata alla luce la Gerusalemme antica. La
città fondata mille anni prima di Cristo. Qui l’archeologia si fa guerriera.
Questa è una delle mille frontiere del conflitto. Una delle più pericolose. Israele
ha affidato a Elad, la fondazione Ir David, una delle organizzazioni più
oltranziste dei coloni, la gestione di questo sito archeologico. Il suo compito
è ‘redimere la terra’, riconquistare la Terra Promessa, insinuarsi nel tessuto
arabo di Gerusalemme, cacciarne gli abitanti.
Questa, per Elad, è la Città di David. Qui avrebbe regnato il
leggendario re ebraico: ‘un capobanda
crudele, un re-pastore vizioso e adultero…un
grande poeta, un musico sciamano…’, lo descrive così lo storico Franco
Cardini. Questo centro archeologico è di grande importanza, ma non esiste
alcuna prova che leghi questa città a David, ma qui l’archeologia scava con la
Bibbia in mano e cancella le ere storiche ignorando la Gerusalemme romana,
bizantina, cristiana, musulmana, ottomana.
Il percorso sotterraneo della Città di David |
Visita guidata alla Città di David |
L’archeologo che, in un video americano racconta ai turisti la Città di David, sfoglia il suo
Libro sacro e ha il cappello all’Indiana Jones in testa. ‘Qui dove tutto è
cominciato’, dichiara con un sorriso privo di imbarazzi. Le giovani guide
all’area archeologica indossano le vesti delle donne ebree osservanti. Gonne
lunghe, braccia coperte, spesso i capelli nascosti da un fazzoletto scuro. Hanno
una missione da compiere, queste ragazze. Anche loro hanno la Torah in mano e
ogni pietra è raccontata attraverso pagine bibliche. L’archeologia deve dimostrare il diritto
divino del ritorno degli ebrei nella Terra Promessa dopo tremila anni. La Città
di David è spettacolare: ologrammi, luci, neon, percorsi sotterranei, guadi al
buio. Un percorso emozionante e mozzafiato. Si scende nel ventre della roccia fino
al tunnel di Ezechiele, il canale che portava l’acqua alle piscine di Shiloah.
Gerusalemme sorse qui perché c’era l’acqua.
Silwan dalla Città di David |
Silwan |
Siamo appena fuori delle mura della Città Vecchia, a un
passo dal Muro Occidentale e dalla moschea di al-Aqsa: qui si combatte una
guerra strisciante (e, spesso, aperta ed esplosiva) fra ebrei radicali, forti
dell’archeologia guerriera, e i cinquantamila abitanti di Silwan. Già, la Città
di David fronteggia uno dei più popolosi quartieri palestinesi. Le case di
Silwan sono aggrappate le une alle altre. Hanno scalato le pendici sud-orientali
della valle del Cedron. Silwan è cresciuto a dismisura nel 1948 quando qui
trovarono rifugio i fuggiaschi palestinesi dai villaggi occupati dagli
israeliani. I sopravvissuti al massacro di Deir Yassin trovarono scampo in
questa valle. Ognuno qui ha la sua memoria: leggo che negli anni ’30 del secolo scorso,
dopo le rivolte arabe contro il Mandato britannico, furono gli ebrei yemeniti a
dover fuggire da Silwan. Fino ad allora, mi raccontano, arabi ed ebrei avevano vissuto in pace.
Di guardia alla Città di David |
Adesso la municipalità, i coloni, le ruspe, i soldati
minacciano al-Bustan, ‘il giardino’, uno dei centri di Silwan. Ottantotto
edifici hanno ricevuto un ordine di demolizione. ‘Sono costruzioni abusive’,
per le autorità di Gerusalemme. Vi abitano un migliaio di persone. L’area, nei
progetti israeliani, deve far parte del parco archeologico della Città di
David. I coloni di Ateret Cohanim, ‘La corona dei sacerdoti’, hanno già
occupato case nel quartiere. La loro offensiva è aggressiva.
Il tunnel sotterraneo della Città di David |
I turisti che ridiscendono la Città di David e percorrono
tutto il tunnel di Ezechiele risbucano fra le case di Silwan. Riemergono alla
luce sotto un asilo palestinese e una moschea. Guardie armate private (in
maggioranza sono ragazzi falasha, la
seconda generazione di ebrei immigrati dall’Etiopia) sorvegliano questa uscita.
Chi arriva dalla parte palestinese non può entrare nel tunnel. Dicono che la
autorità religiose islamiche hanno diritti solo sulla soglia dell’uscita dal
tunnel.
Gerusalemme, 26 febbraio
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