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La notte nel bosco di Montepiano |
Il rito nuziale comincia nella notte. Un addio al celibato
per u’masc, per il Maggio, per
l’albero che deve sposarsi fra due giorni.
Si veglia lo sposo, il grande cerro, là dove è caduto. Nel
bosco. ‘E’ selvaggio’, mormora un ragazzo. Ma poi lo scopro forestiero e
inesperto. Per i gualani, per i
bovari, questa è la normalità di ogni matrimonio degli alberi. Si veglia lo
sposo accendendo un fuoco che scalda la notte. Le stelle provano a disegnare il
cielo fra le fronde degli alberi. C’è sempre una lentezza tranquilla in queste
cerimonie. Solo verso la mezzanotte, dopo il vino, arrivano le carni, si fanno
le braci, ecco la musica, si tirano fuori le griglie.
A poca distanza ci sono i buoi. Hanno viaggiato tutto il
giorno. Ora sono legati agli alberi. Hanno il loro fieno. Alcuni muggiscono nel
buio.
La notte è appena cominciata. E’ lunga e ubriaca, priva di
pensieri e ha testa e cuore solo per la festa. Eppure, domani, sarà una
giornata di fatica.
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L'attesa dello sposo |
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L'arrivo della sposa |
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Rocco e la sposa |
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La donna dei gigli bianchi |
Terza storia
Storie di migrazioni a
rovescio. Il vecchio viene da Belluno. Dalle montagne di Belluno. Conobbe sua
moglie nella Svizzera di un altra, lontana migrazione. Nel 1962, mezzo secolo
fa, decisero di venire a vivere al paese di lei. Era Pietrapertosa. All’altro
capo del mondo. ‘Quando arrivai, non vi dico la strada... E c’era solo una
luce. Fioca. Fioca. Pareva un cimitero’. Da roccia a roccia, è andato il
vecchio. Da Nord a Sud. Che parla dialetto della regione. ‘Ma non dimentico
quello della mia terra, anche se là non vado mai’. La donna ha raccolto i gigli
bianchi di Sant’Antonio. Assieme al marito vanno, per l’appunto, al cimitero.
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In viaggio verso il bosco |
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I campanacci |
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Andrea |
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L'attesa dei buoi |
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L'attesa degli uomini |
La luce del mattino mette al lavoro i masciauoli. Rocco e i
cimaioli vanno a tagliare l’agrifoglio, la sposa. Spariscono verso la selva
di Manga Francesca. I buoi sono aggiogati al Maggio. Nove paricchi, nove pariglie dal fisico possente. La gente del Maggio è
lustrata a festa. Camicia celeste, giubbetti blu-scuro, cappello da cow-boy,
stella da sceriffo sul petto. ‘Chi ha la stella ha fatto cose buone. E’ un uomo
che vale’, mi spiegano. Pasquale è al primo posto. Famiglia di massari. Chi
parte per primo al bosco, dovrà entrare per primo al paese.
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Lo scatto dei buoi |
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La corsa per uscire dal pendio |
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La fatica dei buoi |
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Domenico guida Morandino e Colonnello |
I buoi scattano con sorprendente agilità. Sono animali
potenti. Morandino e Colonnello chiudono il corteo: a loro tocca spingere. I
comandi sono perentori, i buoi rispondono con strappi. Il Maggio si muove,
scivola sul terreno ancora umido delle notte. Si supera il pendio. In pochi
minuti siamo già sul sentiero. I vecchi hanno occhi di orgoglio. La cima, la sposa,
prende la testa del corteo nuziale. Il cammino è di crinale. Lungo. Assolato.
Chilometri di mulattiera. Si parte da Montepiano, si raggiunge Tagliabosco. E
poi Cupolicchio, l’Acqua della Regina, la pozza asciutta del lago Siauto, i
pascoli del monte dell’Impiso. La colazione
all’Alvanella. Già, ogni
matrimonio non è tale senza il cibo. Chi viene da fuori ha portato cibi delle
loro nuove terre. Queste cerimonie hanno il ritmo delle abitudini. La fatica,
il cammino, la marcia, il vino, i formaggi, gli arrosti. E questa, tarda
mattinata, è solo la sosta più breve. Bisogna ancora raggiungere la Fontana del
Signore. Là ci aspetta la pecora e la banda. I panorami sono spettacolari. Ale
Zigozago cavalca il suo bove con i suoi percieng e il ciuffo tenuto su con la
gommina. Mi dice: ‘Ieri siamo andati fino a quel monte là a prendere gli
animali’.
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Tecnologie |
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Il viaggio nel bosco |
Quarta storia
Suo nonno è migrato al
Nord. Nella mia regione. Suo padre aveva tre anni quando lasciò il paese. Per
un quarto di secolo, venticinque anni, il figlio non è mai tornato. Il suo accento ora è
toscano. Poi, un giorno, ha deciso di andare a vedere il paese che non ricordava. Arrivò e subito si chiese come aveva potuto starne lontano così a lungo. Da allora, torna
ogni volta che può. Porta amici. E’ sua figlia a innamorarsi di un ragazzo di
qua. E’ lei che torna davvero al paese. E’ lei che lascia in un cassetto gli
studi dell’università e oggi gira di festa in festa con un camion di panini e il sorriso della serenità. E’ lei
che migra al rovescio. Il nonno se ne andò, lei è tornata.
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Il corteo nuziale |
La banda, ragazzi dalle camicie rosse, appare all’ora del
pranzo. Camminano e suonano sotto il sole. Suonano senza pause. La musica vola per le vallate e scuote
dal sonno che prende dopo il cibo e il vino. Il corteo, con qualche fatica, si
rimette in cammino. Il paese è vicino. Le guglie delle Dolomiti di Lucania
disegnano l’orizzonte. Là bisogna arrivare. C’è una brusca discesa. I bovari
staccano animali. Tirano fuori la loro esperienza. Scendono a precipizio.
Nuvola di polvere. Ecco, il paese. E’ il tramonto. La luce si fa satura. I
volti sono arrossati. Il corteo si imbelletta. Le donne vanno incontro ai buoi
con fasci di rose e ginestre. Sant’Antonio sta fra le corna. I buoi diventano
corone di fiori. In testa, Mario ha coperto la schiena del suo bove con un
drappo verde dai bordi d’oro. Raccoglie offerte. Con un filo lega il denaro
alle corna del suo animale.
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Offerte per Sant'Antonio |
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Il bue in testa al corteo |
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Gli stornelli |
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Il ballo dei massari |
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Si 'posiziona' il Maggio |
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Si 'posiziona' il Maggio |
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I buoi e i fiori |
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La bellezza del bue |
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I fiori |
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Ingresso in paese |
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Fiori, soldi e Sant'Antonio |
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In attesa dell'arrivo dello sposo |
La folla si assiepa sotto il campanile del vecchio convento
dei francescani. Ingresso trionfale. Ma non è ancora finita. Il Maggio deve
essere messo in posizione. Deve
salire la scarpata di roccia di lato al campanile. Deve essere la forza delle
corde e degli uomini a innalzarlo dopo il matrimonio. Accadrà domani, ora bisogna preparare la giornata dello sposalizio.
I buoi salgono gradini, si muovono con agilità in spazi stretti, è l’ultima
fatica. Un balzo, grida, urla, agitare di bastoni. Primo passo: l’albero sta
poggiato su una scala a gradoni. Adesso tocca alla forza degli uomini, degli stangaioli che, armati di leve di legno, dovranno sollevare il peso del cerro. Qui si gioca, si finge, si suda sul serio. Il Maggio, lo sposo, deve risalire una
rupe scoscesa, deve andare per traverso, deve trovarsi perpendicolare al
campanile. Questa è storia da uomini. I muscoli si tendono, l’albero guadagna
centimetro dopo centimetro, sale muretto dopo muretto. Gioco di forza e di
equilibrio. Alla fine, l’applauso è una liberazione.
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La salita del Maggio |
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fiori fra le corna |
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La fatica degli uomini |
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Si 'posiziona' il Maggio |
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Si 'posiziona' il Maggio |
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I v'scuot |
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I buoi in paese |
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I buoi e i biscotti |
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I v'scuot di Sant'Antonio |
E alla fine arrivano le donne con i v’ scuot, i biscotti di Sant’Antonio. Vengono messi sulle corna dei
bovi. Segno di accoglienza e di gratitudine. Appare finalmente il prete.
Benedice gli animali. Spruzzo di acqua benedetta. Ai bovari viene messa al
collo la medaglia del Comitato Feste. C’è ancora da percorrere i vicoli del
paese. Stretti per i buoi. Si mettono in fila indiana. La cima, la sposa, viene mostrata alla gente. Graffia le mura del paese. Ci si
affaccia dalle finestre. Si appare sui portoni. Si lasciano doni e offerte.
Le luminarie del paese si accendono. La banda suona
all’infinito.
Pietrapertosa, 16
giugno
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