domenica 22 maggio 2011

E se l'etica fosse anche gioia....

Cecità



Complimenti al Gruppo Fotografico Immagine di Lodi. Bella la storia del Festival della Fotografia Etica. Belle le mostre. Eugene Richards, Simona Ghizzoni, Stefano De Luigi e Fausto Podavini: bravi fotografi, loro i progetti principali.
Una sorpresa, per noi che venivamo da sotto gli Appennini, è la città di Lodi. Piacevole, solare in un giorno di primavera, gentile. E’ stato bello camminare di mostra in mostra. Scoprendo chiese e palazzi. Luogo dove tornare. Per cancellare lo stereotipo che abbiamo delle cittadine padane e per essere smentiti sul leghismo imperante (città multietnica, a passeggiarci, Lodi. E in chiesa c’era persino un manifesto che invitava al dialogo con divorziati, separati e risposati. Mi parlano benissimo della giunta della città).

Confesso: siamo saliti fino a Lodi incuriositi da quella parola: etica? Cosa sarà mai la ‘fotografia etica?’. Ricordo che a Milano, alla fiera Fà la Cosa Giusta’, mi scattarono un ‘ritratto etico’.  Rimasi perplesso.

Siamo tornati contenti da Lodi. Ma con un dubbio in testa. Le principali mostre fotografiche di Lodi di ruotavano attorno alla sofferenza. Le storie di quindici soldati americani tornati a pezzi dall’Iraq. L’anoressia. La cecità. L’alzheimer. No, non si torna allegri da Lodi. O meglio: il confronto è fra la bellezza e la piacevolezza di un giorno a viaggiare per mostre e gli argomenti di queste mostre. Il dubbio è: l’etica deve per forza ruotare attorno alle disgrazie, al dolore, alla pena? Mi dicono che all’edizione precedente la mostra principale era su Chenobyl. Insomma, l’etica ha una vocazione alla sofferenza? Chi vuole essere ‘etico’ deve per forza occuparsi di dolore?

Alzheimer


Domanda: l’etica può raccontare la felicità, la gioia, la soddisfazione? Sono appena tornata da una sera di musiche e tramonti, birra e balli. Gente felice. A TerraFutura, fiera fiorentina della Buone Pratiche. La fotografia può raccontare momenti di serenità? E’ possibile narrare, per immagini e per parole, la vita quotidiana di una famiglia che si vive con tranquillità i suoi giorni? E’ possibile fotografare eticamente la soddisfazione di una bella giornata o di una vita normale? O, per forza, bisogna raccontare la fatica di ogni giorno di chi vive accanto a un malato di alzheimer? E’ possibile narrare una gioia pacifica senza cadere nell’effetto Mulino Bianco?

Una sfida per gli amici del Festival di Lodi: l’anno prossimo, etica e felicità. Meglio: etica e gioia. Ancora: etica e vita tranquilla.
San Casciano, 22 maggio 

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