martedì 14 giugno 2011

Follow money. Ma quanti soldi di Gheddafi ci sono in giro?

Com'era bella Tripoli


Ma quanti sono i soldi della Libia (fondo sovrano, Central Bank of Libya) nei conti correnti in giro per il mondo?
Nessuno ne ha certezza. Per Farhat Omar Bengdara, vicepresidente di Unicredit, ex-governatore della Banca di Libia (molto incerto nei primi giorni della rivolta da qualche parte schierarsi), sono almeno 130 i miliardi di dollari congelati in grandi banche o in arrischiati Hedge Fund. Alcuni parlano di 160 miliardi di dollari. Una montagna di soldi. Capace di suscitare inconfessate avidità di questi tempi. Cosa di può fare con 160 miliardi di dollari.

Global Witness, autorevole associazione inglese che studia i rapporti fra finanza e ambiente, ha fatto le pulci a banche potenti. Nelle casseforti di Hsbc (Hong Kong & Shanghai Banking Corporation), Goldman Sachs, JP Morgan, Société Général, Nomura e altri potenti banche arabe vi sono miliardi di dollari libici. A volte i finanzieri di Tripoli sono stati mal consigliati se è vero – sta indagando la Sec, l’organismo di vigilanza di borsa americano - che il fondo sovrano libico ha visto volatizzarsi il 98% di un investimento in derivati compiuto attraverso Goldman Sachs (l’investimento era di un miliardo e 300 milioni di dollari).

Nei giorni scorsi, i paesi che stanno combattendo la strana (e folle e feroce) guerra di Libia hanno deciso aiuti al Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi per un miliardo di dollari (600 milioni sono stati promessi dall’Italia). Gli insorti ne chiedono almeno tre miliardi.

Bengadara fa sapere in giro che Gheddafi sta finendo i soldi e, fra poco, non potrà comprare nemmeno la benzina per i carri armati. Sarà. La guerra è bloccata in un impasse. I ribelli non vinceranno da soli. I fedeli del rais hanno dimostrato di poter sopravvivere alle bombe della Nato.
Robert Gates, segretario della difesa americano con Bush e con Obama, lo prevedeva e non voleva impantanarsi in questa nuova guerra.

Ma dei vincitori già vi sono: le grandi banche internazionali che, nei loro forzieri, hanno tutti questi soldi libici che nessuno, al momento, può ritirare. Di questi tempi, è una manna avere questa liquidità, di fatto, a disposizione. Nessun banca ha ammesso di avere conti correnti che sono appartenuti al governo o ai fondi sovrani libici: ‘I nostri clienti non sarebbero felici se rivelassimo la presenza o meno di loro fondi nella nostra banca’, dice, con naturalezza, un banchiere a Global Witness. Quali nostri clienti? Dittatori e clan criminali?

E la guerra, sul terreno, quella vera,  non lascia alcuna speranza. Domenica sera, la trasmissione Report ha fatto vedere un filmato sugli orrori commessi dagli uomini di Gheddafi in marcia verso Bengasi. Si moltiplicano le notizie su vendette compiute dagli insorti di Bengasi. Le due propagande hanno le stesse falsità e ignominie. I bombardamenti della Nato certo non risparmiano i civili. La guerra si alimenta con il sangue e la voglia di vendetta. Chi perde sa che perderà tutto. Chi vince non avrà pietà. Un soldato di Gheddafi prendeva a calci in faccia un prigioniero. Poi erano solo le fosse comuni sulla spiaggia. Una follia.
San Casciano, 14 giugno



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