martedì 21 agosto 2012

Etiopia/In morte di Melles


Melles Zenawi (da AfricaArguments.com)


Messaggio da Addis Abeba, di prima mattina. Melles Zenawi, il primo ministro, è morto. ‘Infezione improvvisa’, spiega uno scarno comunicato. ‘Misteriosa infezione’, scrivono i primi giornali. Da tempo circolavano voci sulla sua salute. A luglio, fonti del governo erano state rassicuranti: ‘La malattia del primo ministro non è grave’. Adesso scopriamo che era malato da un anno. Melles era apparso in pubblico, l’ultima volta, al G20, in Messico, lo scorso giugno. Aveva disertato il vertice dell’Unione Africana ad Addis Abeba a luglio. I comunicati ufficiali non dicono dove sia morto. Ma tutti sanno che era ricoverato in un ospedale di Bruxelles. A fine luglio, un sito somalo aveva pubblicato una drammatica fotografia. Non si conosce la sua malattia, ma è facile immaginarlo.
Melles, nel 2010, aveva vinto le ultime, discusse e ambigue, elezioni con il 99% dei voti. Un plebiscito. In Parlamento, il partito di Melles controlla 546 seggi su 547. Nel 2005 la sua vittoria era stata contestata e Zenawi, per spezzare le ribellioni di piazza, dichiarò lo stato di emergenza ad Addis Abeba. Vi furono centinaia di morti.

Hailemariam Desalegn (da Greatleakes.com)


L’Etiopia, alle nostre orecchie occidentali, è un paese di silenzi. Per settimane, l’assenza di Melles è stata avvolta nella reticenza. Adesso tutto si è fatto veloce. Il primo ministro è morto poco prima di mezzanotte. Addis Abeba ha saputo la notizia all’alba. Qualcuno, poco dopo le sette del mattino, ha già aggiornato la pagina di Wikipedia: Hailemariam Desalegn, 47 anni, ministro degli esteri e vice primo ministro, è già nell’ufficio di Melles. Nessun stupore, era il successore designato. Otto minuti dopo, anche la pagina di Melles Zenawi viene aggiornata. La nomina di Desalegn non è storia da poco: il nuovo, provvisorio primo ministro è uomo del Sud. Viene dalla terra wolayta. E’ la prima volta, nella storia millenaria dell’Etiopia, che il governo del paese, sia pure in emergenza, è nelle mani di un non-amhara e un non-tigrino, i popoli che sempre hanno dominato l’unico paese africano che mai ha conosciuto una dominazione coloniale. E’ la prima volta che un cristiano protestante è alla guida dell’Etiopia.

Isaias Afewerki (da amwrabatimes.com)

Destino avverso per Melles. Era giovane, il primo ministro. 57 anni. Il suo rivale, il suo nemico, personale, il presidente dell’Eritrea, Isaias Afewerki, è dieci anni più anziano. Da quasi quindici anni un rancore feroce ha diviso i due uomini, un tempo amici fraterni. Sono sempre stato convinto che nessuno dei due avrebbe abbandonato il potere fino a quando il proprio avversario fosse rimasto al governo. Mi sono sorpreso spesso a pensare che la guerra che ha diviso, e ancor oggi divide, i due paesi, fosse una questione personale fra Melles e Isaias. Adesso Melles è morto. Pochi mesi fa, per settimane e settimane, era circolata la voce della morte di Isaias. Poi il presidente eritreo era riapparso in pubblico.

Il giovane rivoluzionario Melles negli anni '80 (da danieleberhane.wordpress.com)

Strana storia per Melles. Giovane rivoluzionario, leader della guerriglia tigrina che, assieme all’indipendentismo eritreo, sfinì, negli anni ’80 del secolo scorso, la tirannia di Hailemariam Menghistu. Afewerki e Zenawi vinsero assieme la guerra contro Menghistu. Nel 1991 salirono assieme al potere, ad Asmara e ad Addis Abeba. Sono oltre vent’anni di potere. In un secolo di storia, l’Etiopia ha conosciuto solo tre padroni: il negus Hailè Selassiè, la dittatura ‘rossa’ di Menghistu e il ‘federalismo etnico’ di Zenawi. Un governo forte, dai tratti autoritari. Un governo pragmatico e duro. L'Etiopia, con l'appoggio dell'Occidente - tre miliardi di dollari immessi ogni anno nel paese - e con gli investimenti massicci della Cina, ha conosciuto uno sviluppo impressionante negli ultimi dieci anni. I tigrini sono stati abili nei complessi equilibri etnici del paese e in una instabile geografia politica regionale (questo è Corno d'Africa, attorno all'Etiopia vi sono la Somalia, il Somaliland, il SudSudan, l’Eritrea, terre in eterna instabilità). Il potere appare inamovibile in Etiopia. A occhi stranieri, la traiettoria di Melles è sorprendente: le sue simpatie giovanili erano per Enver Hoxa, per il comunismo albanese. L’Etiopia oggi è considerato un alleato fidato degli Stati Uniti (i droni che sorvolano la Somalia si trovano in basi aeree etiopiche) e, allo stesso tempo, Melles ha stretto legami fortissimi con la Cina. Pechino è onnipresente in Etiopia.

Abuna Paulos (da wikipedia)

Coincidenza di lutti. Pochi giorni fa era scomparso, a 76 anni, l’abuna Paulos, il capo della chiesa ortodossa d’Etiopia. Potere politico e potere religioso si scoprono orfani assieme. Il destino di Melles e del patriarca Paulos erano strettamente legati. Entrambi tigrini, entrambi di Adua. Paulos, arrestato da Menghistu, in esilio per quasi vent'anni negli Stati Uniti, tornò ad Addis Abeba solo con la caduta del 'tiranno rosso'. Fu Melles ad aiutare la sua scalata al seggio più importante della chiesa d’Etiopia. Non si governa questo paese senza l’appoggio della chiesa ortodossa. A ogni capovolgimento di potere, il vecchio abuna viene spodestato e sale al potere religioso un alleato di chi governa. Fu il destino di Merkorios, patriarca fedele a Menghistu. Persino gli italiani, al tempo dell’occupazione, rispettarono, in maniera brutale, questa regola politica non scritta. I funerali dell’abuna Paulos sono previsti per il 23 agosto. Sarà già un giorno cruciale il futuro di un’Etiopia senza gli uomini che, negli ultimi venti anni, ne hanno deciso i destini.
Matera, 21 agosto





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