domenica 4 luglio 2010

La croce del monte Hum


La nostra casa è a Mostar Ovest. La strada è dedicata a fra Didaka Buntica, un francescano. ‘Grande patriota', lo descrivono così i siti croati. Predicava con spada e croce agli inizi del ‘900. Appare nella vittimologia francescana. E’ morto di  polmonite. Solo nella Mostar croata, a due passi dalla chiesa-fortilizio di san Pietro e Paolo, potevano dedicare una strada a fra Didaka. Toponomastica della divisione.
Siamo ai piedi del monte Hum. Un quartiere di una certa eleganza. Case con orti e giardini. Ville di professionisti (un medico, un dentista, un notaio). Case nuove e rovine di vecchie palazzine.
Dalla porta della nostra casa, si vede la cima del monte Hum. Da lassù si domina la stretta valle di Mostar. Hanno alzato una grande croce sulla  vetta. Posso immaginare chi sia stato. E’ alta trenta metri. E’ 'fosforescente': si illumina di neon non appena tramonta il sole. Si vede di notte. Si vede da qualunque angolo di Mostar. Che la vedano tutti, insomma. Che la vedano soprattutto i musulmani di Mostar Est. Che ricordi loro che da lassù erano tenuti sotto tiro dalle artigliere croate. Un bel segno di pace.
La via delle armi e della guerra del monte Hum è stata trasformata in una Via Crucis. Al Venerdì Santo, raccontano, lungo questa strada sale una processione. Giorno di morte per un luogo che ha conosciuto bene il sangue e la violenza. Si sparava e si moriva sul monte Hum: a cento metri dalla croce ci sono le tombe di quattro soldati croati. Dal loro rifugio si ammirava, dalla punta di un fucile, lo Stari Most, il Vecchio Ponte di Mostar.
Alla decima stazione della Via Crucis c’è un cartello rosso. Un teschio e ossa incrociate: ‘Attenzione mine’.

Segni di identità. Un grande viale, il boulevar, separa, come una frontiera non dichiarata, l’occidente di Mostar (croato) e il suo oriente (musulmano). La città nuova e la città vecchia. Era la prima linea dell’assedio. Molti palazzi, a quindici anni dalla fine della guerra, sono incrinati di colpi di mitragliatrice. Mi dicono che questo stradone ha un doppio nome: ‘Via dei difensori croati’ o ‘Via della rivoluzione popolare’. A seconda del lato della strada dove abiti, indossi una identità.   

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