sabato 28 aprile 2012

Eritrea/Macbeth ad Asmara


Isaias Afewerki (da www.agoravox.it)


Da qualche giorno arrivano telefonate dall'Africa. Sono riapparsi i vecchi amici degli anni dell’Eritrea. E la rete moltiplica le voci. A volte azzera le incertezze. Ognuno vuole credere alle sue speranze. Le parole degli amici sono eccitate: ‘E’ morto Isaias Afewerki’. E’ morto il tiranno. L’uomo che ha mandato in rovina il sogno di un piccolo paese libero. Il comandante militare che ha tradito il sogno di Davide: una volta sconfitto Golia, ha imprigionato, ucciso, fatto sparire i suoi fratelli e compagni di lotta.

Non so, mentre scrivo, se Isaias sia morto davvero. E’ sparito di circolazione. Raccontano che non si vede più a quasi un mese. Forse è ricoverato in Qatar (vanno tutti in Qatar in questi mesi). Forse ha un tumore al fegato. Il ministro dell'informazione eritreo, Alì Abdu, smentisce con decisione: 'E' in ottima salute. L'ho incontrato questa mattina. Non viene in televisione perchè non vuole dare soddisfazione a chi mette in giro queste voci'. Altri giornali parlano già di un governo a interim. Asmara come la Mosca di Breznev, insomma. O la Spagna di Francisco Franco. Il tempo sarà galantuomo.

Asmara


Da tempo si parlava delle precarie condizioni di salute di Isaias. In realtà se ne è sempre parlato. Ricordo quando, alla vigilia dell’indipendenza del paese, un’altra malattia, una malaria celebrale, lo costrinse a sparire. Smentite, conferme. Alla fine riapparve e oggi ci sono le foto del suo ricovero in un ospedale degli Emirati Arabi. In venti anni l'Eritrea non è stata capace di formare medici capaci di assistere il proprio presidente.

Quelle che sembra certo, nella ridda di voci, è che una tirannia sta per finire. O, quanto meno, ci sia una cupa aria da resa dei conti ad Asmara. Se ne ha da tempo la sensazione. Le storie umane hanno una fine. 

1993, festa per la libertà dell'Eritrea


Per anni e anni ho vissuto la speranza dell’Eritrea. Mi sono aggrappato alla speranza dell'Eritrea anche nei durissimi anni '80 del secolo scorso. Ho incontrato Isaias quando era un capo guerrigliero e nessuno gli riconosceva qualche possibilità. Era un comandante. Lo avvertivi. Altissimo, bello, saggio, carismatico. Tutti i giornalisti ne erano affascinati. I suoi uomini lo adoravano. Stava guidando il suo popolo verso una impossibile libertà. Ricordo il suo sorriso quando proclamò l’indipendenza del suo paese. Ricordo la corsa dell’ambasciatore italiano al riconoscimento ufficiale del nuovo stato africano. Ricordo l’ammirazione che lo circondava. I diplomatici lo rispettavano. Ci siamo incontrati molte altre volte. Anche quando si avvertivano scricchiolii nella sua Eritrea.

Poi, la follia. 1998. Una nuova guerra con l’Etiopia. Nel 2000, dopo centomila morti, una tregua che, da dodici anni, non riesce a trasformarsi in pace. Un paese schiacciato da quegli uomini che lo avevano liberato. Una storia fin troppa conosciuta. Isaias, nel 2001, ordina l’arresto dei suo fratelli di lotta. Gli uomini che avevano combattuto al suo fianco scompaiono dieci giorni dopo il crollo delle Torri Gemelle. A chi poteva interessare, allora, il loro destino? Da allora non se ne è saputo più niente. L’Eritrea si chiude a riccio. Diventa una Corea del Nord africana. I suoi ragazzi cominciano a scappare. A centinaia e centinaia muoiono nel disperato tentativo di attraversare il Sahara e il Mediterraneo. Stanno ancora morendo: in Libia, nel Sinai, in Sudan. L’Eritrea è un incubo dimenticato.

Il cinema Impero ad Asmara


In questi mesi c’è aria da dramma finale in Corno d’Africa. Gli equilibri si scompongono nell’Africa a Sud del Sahara. E’ l’ombra lunga delle primavere arabe. L’Etiopia ammassa uomini e armi lungo la frontiera dell’Eritrea. Aspetta un pretesto. A marzo attacca ‘basi terrorostiche’ in Dancalia. Asmara non reagisce. Sa che non potrebbe resistere a un’offensiva etiopica. I giochi si accelerano. Sulla frontiera fra i due paesi ci sono troppi interessi. Multinazionali canadesi, indiane, cinesi, australiane stanno cercando e già portando alla luce potassio e oro. Forse petrolio, forse ‘terre rare’, forse litio. Bisogna chiudere le storie di guerra. Ora è tempo di business. L’Etiopia sta vendendo le sue terre. Quest’Africa sbanda sotto l’urto di un nuovo, moderno colonialismo. Le ribellioni arabe sono davvero un’onda che scuote anche il mondo africano. Dal Mali della rivolta tuareg alla prima guerra fra il Sud e il Nord del Sudan. Storie vecchie. Sangue vecchio che chiama sangue nuovo. E ora il tempo di Isaias sta finendo. Gli amici mi raccontano di ribellioni nelle città eritree, di arresti di uomini di potere ad Asmara. Niente che io possa verificare. Niente che non possa essere smentito nel giro di poche ore. Al solito: nessun giornalista può raggiungere Asmara.

Le donne di Asmara


Io rimango con una nostalgia lontana. Quella di un rifugio sotterraneo a Nakfa, capitale dell’Eritrea liberata. Storie di mille anni fa. C’era la guerra allora. Ma i capi eritrei erano giovani e sognavano un futuro. Avevano desideri ingenui: tornare a ballare in un certo bar di Asmara. Ricordo Chew Chew, una giovane guerrigliera. Era la mia scorta. Era una ragazza timida. Si scherniva quando cercavo di fotografarla. La reincontrai molti anni dopo in un ufficio governativo. Aveva smarrito il suo sorriso. Aveva addosso malinconia. Intuiva che il sogno si era già spezzato. Io non lo capii. Non volevo vedere. Oggi, forse, muore Isaias, l’uomo che, per molti eritrei e per chi lo ha conosciuto in altri tempi, ha tradito. Spero che qualcuno di coloro che è scomparso nelle sue prigioni riappaia. E’ difficile ricostruire i sogni. Ma la gente dell’Eritra dovrà provarci ancora una volta.
Sella, 28 aprile


1, dopo aver scritto: E poi, Isaias decide che è tempo di apparire in televisione. Un video alla Tv di stato. 'Sono andato all'estero per lavoro e ho viaggiato nel mio paese', ha spiegato. Nessun altro commento. Si aspetta. 

2. Le foto di questo post sono nostalgia. Ricordano gli anni lontani della libertà di Asmara e dell'Eritrea.

2 commenti:

  1. Complimenti Andrea, bellissime riflessioni...
    Speriamo che sia l'inizio di una nuova era per l'eritrea!

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  2. Caro Andrea, mi dispiace mi hai deluso non per la tua posizione su pro o contro Issaias, ma per la serieta' di lasciare sul tuo blog una notizia falsa di Aprile. Ti prego di provvedere.Derres

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