domenica 7 novembre 2010

La scuola della Frontiera, la scuola del mais

La classe della maestra Cristina



I mais
Chullpi, Bolita Chejua, Chignanero, Puro Colorado…..Pisancalla, il nome che più sorprende….ventisette pannocchie colorate, ventisette tipi di mais nelle montagne, oltre tremila metri, di Yavi Chico. 72 famiglie. Poco meno di quattrocento persone. Nessuno giovane. Tutti migrati verso Buenos Aires. Rimangono i bambini, gli adulti, i vecchi. La Bolivia è a un passo, ultimo paese dell’Argentina andina. Qualche collectivo, nelle ore della scuola (trasporta i maestri), assicura precari collegamenti con gli altri paesi. Molti bambini camminano per un’ora e mezza per raggiungere la scuola. Una scuola straordinaria, la Escuela de Frontiera N.2, Rosario Wayar. Fondata nel 1917. ‘I bambini sono figli della montagna. Sono taciturni, solitari, silenziosi – racconta la direttrice Maria Cristina Yurquina, trentadue anni di insegnamento rurale – Ma sono stati loro i nostri maestri. Come riuscire a entrare nel loro mondo? Con il mais. Qui ogni famiglia ha il suo campo di mais, si vive di mais, se ne conosce ogni segreto. E i bambini li hanno insegnati a noi. Il mais ci ha aiutato a conquistare la loro fiducia, insegnare è diventato uno scambio continuo di saperi’. E’ facile innamorarsi della Escuela de Frontiera. Nel corridoio-sala delle riunioni sono esposte le diverse pannocchie, sulle pareti sono raccontate le leggende del mais, il calendario scolastico segue passo dopo passo quello dell’aratura, della semina e la festa della raccolta. Questi sono i giorni della semina: il meccanismo della minka, del lavoro solidario, funziona ancora. I vicini si aiutano nei lavori della campagna. I bambini escono da scuola e diventano contadini. Nei giorni della festa, i contadini di Yavi Chico vanno ai mercati di La Quiaca e scambiano il mais con carne e lana.
Non innamoratevi troppo della Escuela di Frontiere e della bellezza di Yavi Chico. Un maestro di prima nomina non guadagna più di mille e cinquecento pesos (trecento euro al mese), lo stato passa per la mensa di questa preziosa scuola due pesos e ottanta centesimi al giorno, cinquanta centesimi di euro per tre pasti. Il sorriso di Maria Cristina dice della difficoltà del vivere qui ogni giorno. Prima dei venti anni, Carlito, Julieta, Jorge e i ragazzini che ho visto questo pomeriggio saranno in viaggio per Buenos Aires. Torneranno a Yavi Chico solo nei giorni di carnevale.
Yavi, 26 ottobre

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