Juan Domingo, consigliere comunale a Cobres |
A quattromilanovecentocinquantotto metri, Abra de Acay, passo andino, incontriamo Juan Domingo. In motocicletta. ‘Non va tanto bene in montagna, va meglio quando devo andare nei campi’, dice. Soffre l’altezza, la moto. Juan è lì, in piedi, imbozzolato in una giacca a vento di cartavelina (modello Nautica). E’ un ‘consigliere comunale’. A Cobres. Altre montagne. Più a Nord. Una volta al mese, Juan deve andare alla Poma (mille e settecento abitanti), municipalidad di questa regione remota (remota per chi? Per noi, che veniamo dalle città, non per questa gente). Allora Juan prende la moto e viaggia, sbandando sul ripio. Passa la prima notte a San Antonio de los Cobres, sgangherato paese di minatori del borace, e poi sale fino al cielo dell’Abra de Acay. ‘Per discutere di progetti e di tutto quello di cui dobbiamo parlare’, spiega Juan. Non sa cosa significa Acay nella lingua dei popoli originari. ‘L’ho sempre sentita chiamare così fin da quando ero bambino’. Assieme mangiamo pane e tonno al riparo di un piccolo muro. Oggi un sole bruciante ci ha regalato una giornata senza vento. Doniamo acqua alle pietre della Pacha accumulate sul passo. Poi Juan spinge la moto per la discesa da vertigini dell’Abra. La sua moto parte solo a spinta.
Abra el Acay, 2 novembre
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