mercoledì 10 luglio 2013

Viaggiatrici Viaggianti/Le cinque vite di Leni




Leni (da toutlecine.com)


Leni, a differenza delle altre donne di cui ho raccontato, non ha avuto una vita breve. Ha superato i cento anni e li ha riempiti di una intensità estrema. Ha attraversato, da protagonista nascosta, l’intero ‘900. Ne ha vissuto le tragedie e la meraviglia. Molti la considerano ‘la miglior regista mai esistita’. Quentin Tarantino, sollevando una nuvola di polemiche, è andato a ripeterlo al tedescoDer Spiegel riaprendo una ferita che mai si è rimarginata. L’ambiguità di Leni Riefenstahl è accecante.Leni ha cercato la bellezza con frenesia e un talento immenso. La bellezza è stata la bussola della sua vita. Delle sue cinque vite. Io l’ho incontrata in Africa. Ho amato i suoi anni africani. Sono andato fino ai monti dei Nuba perché lei mi aveva mostrato, con le sue fotografie, un mondo di una apparente felicità ribelle e impossibile. Almeno così credevo. Sapevo delle altre sue vite, ma non mi interessavano. Nella mia mente c’era solo una foto che ritraeva questa donna, già sessantenne, che camminava mano nella mano assieme a un guerriero nudo, dal corpo perfetto, i muscoli da leone e la gentilezza di un’ antilope. La regista del nazismo e della germanità hitleriana compagna di un nero altissimo e stupendo. Sì, Leni ha in comune qualcosa con le altre donne di cui ho parlato: anche lei è ostinata nella sua ricerca. Non pone limiti, non si ferma di fronte alle frontiere. Il suo universo era fisico: testa, cuore e talento l’hanno guidata oltre le sue inquietudini

(da rearview2010.blogspot.com




Helene Leni Amalia Bertha Riefenstahl nasce a Berlino in un giorno d’estate del 1902. Figlia di un artigiano. Ha una vocazione, la ragazza: l’arte. Con la complicità della madre, di nascosto al padre, comincia a danzare. Il ballo è la sua prima vita. Danza, Leni. Affascina le platee. Ma il suo menisco cede e, a ventidue anni, la sua prima vita è già finita. Scala il cielo allora. Scala montagne con Arnold Franck, allora celebre regista di film avventurosi. Diventa attrice, rifiuta controfigure, vuole il vero, Leni. I set dei suoi film sono il monte Bianco e gli iceberg della Groenlandia. Si tuffa nelle acque di ghiaccio, si fa seppellire da una valanga, si schianta con un piccolo aereo contro una montagna. Si ostina a girare film contro la volontà di tutti coloro che la circondano.


Il nazismo trionfa nella Germania. E Leni è un’icona perfetta di quel tempo delirante e osceno. Hitler la corteggia con avidità maschile. Lei lo respinge, ma ne è affascinata. Hitler le affida incarichi. Le mette a disposizione mezzi immensi. Negli anni ‘30, Leni filma, nonostante l’opposizione di Goebbels, i congressi di Norimberga del partito nazionalsocialista. Sono documenti terribili e rivelatori: svelano i meccanismi del potere, del dominio, della fascinazione collettiva. Poi dirige Olympia, colossal sulle Olimpiadi di Berlino del 1936. Perfezionista, bulimica di immagini, esteta, Leni impiegherà due anni a montare questo film. E’ un capolavoro. Leni, donna bellissima, trionfa in un mondo feroce e maschile. Ma lei, sul serio, cerca solo una bellezza di cristallo in un mondo che sta andando a rotoli.


La seconda guerra mondiale spazza via il nazismo. Leni viene arrestata in Tirolo. Processata. Assolta. Rivendica ‘l’innocenza della sua arte’. Il cinema tedesco del dopoguerra non vuole più avere niente a che fare con lei.


(da leavingcerthistory.net)


Racconta che fu Ernest Hemingway a convincerla ad andare in Africa. Leni lesse in una notte ‘Verdi colline d’Africa’. La regista che aveva raccontato l’estetica della Germania ariana, si innamorò, di colpo, di un continente nero. Si chiede: ‘Si poteva davvero respirare la libertà e essere felici’ in Africa? Leni non ha pace, e nel 1956, a cinquantaquattro anni, vola verso la sua quarta vita. Si consegna al mondo dei neri. Segue i suoi istinti immediati: le capita fra le mani una foto di George Rodger, raffigura due colossali lottatori nuba. Lei deve andare fra quelle montagne del Sudan centrale. A Khartoum, l’Africa si impossessa di lei: ‘Ne sono sopraffatta’. Per vent’anni, i Nuba saranno la sua vita e la sua ossessione. Pubblicherà libri straordinari. Tesserà una rete di amicizie impossibili. ‘Ho voluto perseguire lo strano e il bello’. Un giorno, fra quelle acacie stremate, udì, all’improvviso, un dolce rullio di tamburi. Cresceva di intensità di minuto in minuto. ‘Le ragazze, completamente nude, oliate e dipinte con colori rosso porpora, ocra e giallo, si muovevano con grazia flessuosa. Le ragazze avevano movimenti erotici, danzavano in cerchio, attorno a un tetto di paglia sostenuto da un palo. L’Africa non mi aveva mai regalato visioni più belle’. I mesi africani, per Leni, sono stati ‘tra i più felici’ che abbia mai conosciuto.


Leni sui monti Nuba


Leni è una leggenda sconosciuta. Gli uomini del cinema ne riconoscono il genio. Spezzano il recinto di strereotipi che l’accerchia. Francis Ford Coppola le offre il braccio durante la passerella di un festival, Mick Jagger la vuole per un servizio fotografico su di lui e la moglie Bianca. Riceve lettere di ammirazione da Chaplin e Cocteau. Lei non è indifferente. Semplicemente non si ferma: a settanta anni impara ad andare sott’acqua. La sua quinta vita è il mare, la meraviglia di un mondo sottomarino. Ancora l’ossessione del bello. Dell’incanto. Della perfezione. A 98 anni, ancora uno schianto aereo: sopravvive alla caduta di un elicottero proprio sui monti Nuba. Quelle montagne sono un amore che non si può dimenticare. E’ immortale, Leni. Dalla danza degli anni ’20 ai colori dei fondali tropicali alla fine del ‘900. Vedrà l’alba del nuovo millennio. Morirà a 102 anni. Tornano i conti di questa vita? Silenzio dopo i titoli codi coda. Si tira il fiato storditi e incerti. Scrive di lei il critico Enrico Ghezzi: come in una pellicola, ventiquattro fotogrammi al secondo, ‘la verità sfuma’.

(gli articoli sulle viaggiatrici viaggianti stanno uscendo su una piccola rivista edita dalla suore comboniane. Si chiama ComboniFem. www.combonifem.it. Una rivista preziosa)

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