giovedì 7 febbraio 2013

Messina-Castellaneta. Nessuna notizia dal viaggio



Messina. Attesa della corriera per la Puglia


Va a San Giovanni Rotondo. Ma non è una corriera di pellegrini. Assicura strani collegamenti fra la Sicilia e la Puglia. Dicono che molti passeggeri sono militari. A me pare che sia gente di un Sud a me sconosciuto. Forse un vero Sud, lontano dalle mie illusioni. In sala di attesa c’è solo una cinese. Dietro a me salgono due ragazze slave.

Attesa della corriera

Piove sullo Stretto. Piove ancor di più in Calabria. Neve in Aspromonte. Inverno. Giornata nervosa. A Ganzirri non ci sono bus per raggiungere il centro di Messina. Raccontano che il Comune non ha i soldi per il gasolio. Viaggiano solo nove bus. Messina è un ingorgo di macchine. Le colf che devono venire nelle ville di questa collina sono costrette a camminare. Giornata nervosa: la donna della biglietteria è impegnata in un litigio telefonico che sembra interminabile. Corriera in ritardo.

L'uomo nel traffico al porto di Messina


Incastro nel traffico verso il porto di Messina. Territorio di un mendicante rom. Gli autisti lo conoscono. Si sorride fra i passeggeri. Lui ha un cartello di polistirolo. 'Ho fame. Due bambini'. 'Una settimana fa ne aveva quattro e chiedeva travaglio'. 'Si vede che due li ha sposati'. L'uomo si ferma davanti alla corriera e porta le mani alla bocca. Si arrende un secondo dopo e scarta di lato. Sulla corriera si continua a ridacchiare. 

Il traghetto

La pancia del traghetto

Adios, Messina


Litigio anche sul traghetto. Una donna slava se la prende con l’autista perché, durante la traversata, i bagni della corriera sono chiusi. Litiga malamente, con pessimi argomenti. Ha accento slavo, ma deve vivere da molto qua. E’ una donna senza forma. Non smette di parlare e  mangiare. Non vuole salire le scale ripide del traghetto. 'Come fate a vivere così?', chiede di malagrazia. 'Se ne torni a casa sua, allora'. 
Addio a Messina in una giornata senza futuro. Siedo vicino a una donna dai capelli rosso-elettrici. Legge una storia del cinema. Sono il solo, a bordo di questa corriera, con un giornale in mano. Molti sono chini sul cellulare, impegnati nella cronaca del viaggio alla mamma o a un uomo. Altri hanno cuffiette nelle orecchie. La donna grassa cerca un panino. ‘Non abbiamo bottega’, replica, infastidito, l’autista.

La Reggio Calabria-Salerno


La corriera è uno spettacolo privato in pubblico. Le telefonate si moltiplicano. La donna dietro a me, bella donna pugliese, racconta alla mamma dei giorni trascorsi a casa del fidanzato siciliano. Dice che non ha tovaglie, ma che lui ama mangiare con la tovaglia. Non è riuscita a comprarne una. Dice che non ha strofinacci. Che ha apprezzato il piumone che lei ha portato dalla Puglia. ‘Sono contenta di lui. Speriamo bene’, dice alla madre. Che, credo, chiede con insistenza.

Villa San Giovanni


A Villa San Giovanni salgono due suore.

Reggio Calabria-Salerno. Cantieri su cantieri. Piove a rovescio. Slalom esperto della corriera. Capannoni mai finiti. Scheletri di magazzini. Campi assediati. Italia, quanto sei lunga.

La sosta di Rogliano

Tentazioni a Rogliano

Piove a Rogliano


Autostazione di Rogliano. Mezz’ora per mangiare. Sto in silenzio. Cibo e gratta-e-vinci. I viaggiatori mangiano panini Icaro e grattano schede della fortuna. Altri fumano sotto la pensilina.

Non accade più nulla. Altra conversazione dalle parti di Sibari: ‘No, lui non merita nemmeno cinque minuti del tuo tempo. Pensa alla salute’.

Io leggo Jana e Tina. Sto attento a non mostrare il titolo del libro di Jana. Leggo con un’attenzione che forse non ho mai avuto. Mi accorgo che il corpo di Tina è sotto gli occhi di tutti. Almeno sotto gli occhi della mia vicina di posto.

Piazzale hotel Jonico a Castellaneta a Mare


Cambio di mare. Ora ho occhi per lo Jonio. Acque livide. Nemmeno il volo di un gabbiano. Paesi di mare. Deserti e umidi. Gente con giacchette nere  e pesanti. Mani in tasca. Uomini dalla forte pancia e la faccia da duri annoiati. Deviazione per una complanare, uno stradello di campagna dove l’autista è abile a non incastrarsi, ma la corriera conosce il percorso e gli ostacoli. Si muove come un elefante che sa di passaggi segreti. Sa che deve fermarsi nel fantasma di Castellaneta. Piazzale senza forma di un hotel improbabile. Lo vedo come luogo di tresche e storie da clandestini. Mi appare desolato. Mi dicono che qui, per anni, si davano appuntamento ragazzi di Matera alla ricerca del fumo.

Tutto qui. Il mio viaggio finisce qui. La corriera prosegue per Taranto. Dimenticherò i suoi passseggeri. Perché scrivo questo? Perché tradisco le regole di questo blog? Non mi ero detto: niente diari personali?

(viaggio di sei ore, euro 29, se acquisti il biglietto on line)
Matera, 7 di febbraio

4 commenti:

  1. Caro Andrea, non mi dispiace affatto questa pagina di diario personale: è bello pensare che Tina ti abbia accompagnato in questo viaggio..e intanto sorrido immaginando la faccia della vicina di posto!

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  2. Ciao, Maria
    un giorno mi piacerebbe raccontarti tutta la storia di me e di Tina. Ma non ha un buon finale. E io vorrei ancora ribaltarlo. Riavvolgere la pellicola del destino di Tina

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  3. Non c'è fretta! Aspetteró la storia con il finale ribaltato..

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  4. Temo che ci sia fretta, Maria. Temo che non ci sia tempo...(ma cosa stiamo dicendo?)

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