domenica 1 luglio 2012

I Libri Semplici.4/La panchina dei Viaggiatori Viaggianti

Le prove davanti alla Libreria dell'Arco (le foto di Antonio Sansone)

Giovanni e la sua libreria



Un giorno, anni fa, Giovanni Moliterni, Mipa per gli amici, mi disse: ‘A Matera si è contagiati dalla lentezza e da una pigrizia priva di sensi di colpa’. Giovanni è un libraio. La sua Libreria dell’Arco, nella piazzetta di Palazzo Lanfranchi, uno dei cuori pulsanti della più bella città del Sud, è un luogo prezioso. Qui siamo voluti venire con i nostri libri. Solo qui potevamo trovare il coraggio, un po’ sventato, di uscire dalle case.

Nadia prepara le letture

Piero e Daniele provano le canzoni


Le case, le terrazze, le cucine, le camere da letto, i tinelli con le credenze sono i luoghi perfetti per queste presentazioni dei Libri Semplici. Abbiamo bisogno di familiarità. Ma le panchine di pietra di fronte alla Libreria di Mipa sono calde di sole e accoglienti, c’è una bella gelateria (I Vizi degli Angeli) e piccoli alberi che danno qualche ombra: qui siamo voluti venire alla nostra prima uscita pubblica. Anche questo è un luogo familiare.

Leo e Nadia

Via Ridola

Domenico Notarangelo

La presentazione dei Viaggiatori Viaggianti, uno dei libri vecchi, uno dei libri dai quali tutto è cominciato, è intermittente. Troppe storie. Si perdono e si riacciuffano i fili conduttori del viaggio. Si cercano talismani. Arriva Mimì Notarangelo e i suoi anni. E’ stato l’ (in)volontario fotografo di scena di Pasolini quando venne qui, ed era mezzo secolo fa, a girare il suo Vangelo. Mimì aveva la sua macchina fotografica nascosta sotto le vesti della comparsa. Ora ci fa il grande regalo di venire qui. Poi ci sono gli amici. I passanti si impigliano nella musica di Piero, nella chitarra di Leo, nei tamburelli leggeri di Daniele. Adele intona canti del Sud. Nadia legge con calma, seduta sulla panchina. E' così che appaiono, per poi scomparire dopo un minuto, Neruda e Bob Marley, Francisco Coloane e Ibn Battuta, Sandokan (e Piero non vuole intonare la canzione più celebre) e Rimbaud. Ma solo Corto Maltese può portarci nel cuore di Matera. Con le sue parole di saggia malinconia: ‘Questa città sarebbe la mia fine’. Come fare a liberarsi dalla ragnatela felice di Matera?

La lettura di Nadia

Il canto di Adele


Non ne ho idea. Chiedo ai materani ti farmi conoscere i luoghi della loro città, dove, come in Calle dell'Amore dei Amici a Venezia, sia possibile cambiare storia. 

Via Ridola

Abbiamo fretta, il cielo diventa azzurro-notte, bisogna andare. Nel Corso e in piazza Vittorio stanno per accendere le luminarie della Festa della Bruna. Anche i Viaggiatori Viaggianti, questa sera, vogliono fermarsi nelle sfolgorio di una città.
Matera, 30 giugno

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