martedì 5 giugno 2012

Scipione e Spartaco a Matera



Giuseppe al lavoro


Accade che all’osteria Malatesta approdi il pennello e l’inchiostro di Giuseppe Palumbo. Una ciotola, la tinta nera, qualche sprazzo di rosso, l’acqua. I vecchi amici attorno. Giuseppe oggi vive a Bologna. E’ uno dei migliori disegnatori italiani. Maestro del fumetto. Ricrea, in una serata, il mito contrapposto di Scipione e di Spartaco. Sono i protagonisti del suo ultimo libro: L’elmo e la rivolta. Un graphic essay. Il primo, vero saggio grafico italiano. Pagine colte. Dai bianchi e neri decisi. I testi sono del saggista Luciano Curreri.







Il disegno nasce su un grande foglio di carta. ‘Scipione e Spartaco incarnano immagini salienti della italianità’, spiega Giuseppe Palumbo. La ribellione dello schiavo, storia resa ancor più celebre da un film di Stanley Kubrick e dai muscoli di Kirk Douglas. E, contrapposto, l’eroe militare, il condottiero romano che ha sconfitto Cartagine. La loro storia è raccontata dal Corvo Nero. Lo stesso protagonista di Uccellacci e Uccellini. Chi è Scipione e chi è Spartaco fra Totò e Ninetto Davoli?








Giuseppe e gli amici
Il mito di Spartaco agita i sogni dei movimenti socialisti. Gli spartachisti di Rosa Luxemburg. Lo Spartak Mosca…’Già, sapete che lo schiavo che spezza le sue catene ispirò chi scelse il nome della la squadra della capitale della vecchia Unione Sovietica?’. Un libro ottocentesco, scritto da Raffello Giovagnoli, diffuse il mito di Spartaco fra i comunisti russi. Perfino Manzoni provò a scrivere un romanzo su Spartaco prima di preferire I Promessi Sposi.




‘Eppure oggi i due uomini, Spartaco e Scipione, sono maschere. Maschere tranquillizzanti. Racchiuse nel loro mito. Scipione divenne testimonial del fascismo. Spartaco si prende la sua rivincita nel dopoguerra. Mentre l’elmo di Scipio torna di attualità con l’inno d’Italia’. Nel disegno di Giuseppe Palumbo, Scipione è un elmo vuoto. Spartaco, invece, assomiglia a un Hulk in bianco e nero. Cesare Zavattini, ricorda chi ha scritto del libro di Palumbo e Currieri, avrebbe definito questo ‘saggio’, un’operazione impacifica. Fatta di ‘interruzioni, commenti, verifiche’.



Alla fine il Corvo Nero, così saccente, farà una brutta fine.


Il disegno è finito



Il disegno è finito. Rimarrà sulla parete dell’osteria Malatesta per tutto il mese di giugno. Poi sarà messo all’asta.



Sono felici le riapparizioni di Giuseppe Palumbo a Matera. Se ne andò a ventisei anni. Nel 1990. Una laurea in lettere antiche in tasca. Ma il suo destino era il fumetto e non l’archeologia. In quegli anni fece le sue prime prove con lo splendido Frigidaire. Oggi vive a Bologna ed è il disegnatore di Diabolik. ‘Il massimo. Sono pagato da un ladro’. Dalla sua penna è uscita una storia materana di Martin Mystere. Eroe dei fumetti che passeggia per la città nella confusione della città percorsa dalle processioni della Festa della Madonna della Bruna.

Giuseppe Palumbo usa uno strano aggettivo per parlare di Matera: ‘A volte qui vi è una luce specifica’.

giuseppepalumbo.blogspot.com
L’elmo e la rivolta è pubblicato da Comma22

Matera, 1 giugno

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