Accettura |
Giorno di mercato ad Accettura. Mercato diffuso. Mi accorgo che non c’è una vera piazza al paese, ma molti 'luoghi
di passaggio'. E allora le bancarelle si distendono per passeggiate, slarghi,
‘aperture’ fra le case, strade. Si passeggia in su e in giù lungo lo stradone
principale. I commercianti hanno luoghi fissi da anni e anni. E clienti
abituali. ‘Oggi il mercato è moscio’,
mettono le mani avanti gli accetturesi. Sono aperti i cantieri della forestale,
allora, per molti, è ragione di lavoro. Qui, al solito il lavoro non c’è: fai
il muratore, stai nei campi, nel bosco con la forestale, qualche impiego
pubblico, qualcuno che va e viene con Melfi e la Fiat. Tutto qui.
Il mercato di Accettura |
E poi il tempo oscilla fra un caldo improvviso e venti di ghiaccio. I mercanti smontano le bancarelle che la mattina non è ancora finita.
Il cambiamento dell’Italia, qui, nei paesi, si guarda da vicino.
Molti commercianti sono ragazzi arabi, famiglie del Marocco o della Tunisia.
Vendono oggetti da un euro, fiori di carta, oggetti per le case e parlano con un forte accento del
Sud. Una donna se ne va via con un ritratto di padre Pio.
Nei bar di Accettura |
Mi riconoscono mentre cammino sulla strada del paese. Si
avvicina don Pinuccio, vuole regalarmi il suo libro e mi spiega che la ‘festa’
è legata alla storia religiosa del paese. Ecco Nunzia con il suo entusiasmo per
il Maggio: ‘Noi giovani ne siamo protagonisti’. E suo padre, ottantenne, è il
‘presidente della Cima’, l’agrifoglio che dovrà sposarsi con il cerro. Una ragazzina mi vende il biglietto della lotteria. Primo premio, uno scooterone, ma, precisa, in caso di vittoria, le spese di consegna sono a carico mio.
Giuliano al Maggio |
Ecco,
Giuliano, il massaro. Ottanta anni anche lui, un sorriso felice, anche se da
due anni ha dovuto vendere i suoi buoi. Non ce la faceva più. Gira sempre con un
panciotto di velluto e un cappello in testa. I fratelli sono in America. Un altro non si sa dove sia. Ci offre il caffè e i ragazzi
dietro il bancone conoscono i suoi gusti. ‘Io sono analfabeta – dice – Sempre
dietro alle mucche. Fin da bambino, ma per il Maggio ho sentimento’. E si porta il dito alla tempia.
Il mercato di Accettura |
I muratori accelerano i lavori per la statua di piazza del
Popolo. Non è una vera piazza, è una curva con slargo. Qui, di solito, montano
il palco dei concerti della festa. E le macchine continuano a passarvi nel
mezzo. Il monumento è dolente: ‘E’ la nostra storia di emigrazione’, mi dicono.
Poi qualcuno sussurra a voce bassa: ‘La statua era destinata al cimitero, poi
hanno cambiato idea e l’hanno messa qui. Dovevano pur cambiare titolo’.
Accettura, 16 maggio
Mangiatore di fave accetturesi
RispondiEliminahttps://docs.google.com/open?id=0B_MH4KXc_lYVYy1zWER3N3ktSFk
E' che difficile immaginare la bontà delle fave accetturesi. Grazie. Aspettatemi con altre fave. Venerdì. Vigilia della Festa.
RispondiEliminaQualcosa mi dice che non troverai solo fave!
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