Nasser ha 18 anni. E’ nato in un villaggio di pescatori e contadini del delta del Nilo. Là si affollano trenta milioni di persone. Troppe per i sogni di un ragazzo che vuole un futuro diverso da quello dei padri.
Se sei sveglio e hai un briciolo di coraggio, te ne vai. In barca. Di notte. Fino a quella terra che sta dall’altra parte del mare. Hai informazioni, non sei un disperato sprovveduto. Sapevi bene che era una corsa contro il tempo. Se arrivi in Italia e ancora sei minorenne hai qualche possibilità. Te ne vai via con Muhammad. E tutto, una volta tanto, va come, in fondo, avevi sperato. Non ti possono espellere e trovi gente che la legge la rispetta; una casa che ti accoglie: la ricerca di un lavoro. Sei bravo, vuoi farcela. Un lavoro si trova. Un’officina meccanica, un periodo di prova, perfino un’assunzione di questi tempi. Un piccolo mondo di campagna che non ti chiede da dove vieni. E il tuo accento sa già di un italiano parlato con inflessioni locali. Non è un miracolo, è una storia testarda.
Festa della notte di Natale. Albero, regali, letture di vangeli, scherzi, musica. E poi qualcuno di ti chiede: ‘Anche tu…’. E allora il tuo sorriso diventa serio, forse malinconico. Forse no. Non so cosa ti passa per la testa e per il cuore. Un divano si libera per te. Ti siedi. Sei emozionato. Hai la consapevolezza incerta che qualcosa sta accadendo. Le parole escono da qualche angolo del tuo corpo. Le mani sono protese in avanti, poggiate sulle ginocchia, la testa china. Le parole escono da sole: ‘Nel nome di Dio Clemente e Misericordioso……’
La prima Sura, la Sura Aprente. Il Prologo. Vorrei scrivere in arabo. Vorrei ripetere il ritmo della tua nenia, del tuo canto, della voce che si allunga….Leggo in italiano le tue parole….
La notte di Natale è un felice miscuglio. Vangeli e Corano, musica di fiati e corde. Improvvisa, una velocità rap….
martedì 29 dicembre 2009
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