sabato 30 giugno 2012

MaterTripoli/Dalla Bruna al Mawled. Dalla Civita alla Medina


Franco e i Sassi


Domani, il primo di luglio, l'anno ruota attorno alla sua metà. Comincia, con la lentezza dell'estate del Sud, il cammino verso un nuovo tempo.
Anche la piccola e strana rassegna dei Libri Semplici scavalca il mezzo del suo percorso. Ora si ferma. Per qualche giorno. Perchè queste sono le ore dell'ebbrezza, del sacro e del profano. Sono i giorni della grande Festa della Madonna della Bruna. E noi vogliamo viverli. Ieri sera sono state accese le luminarie sulle strade dalla pietre bianche che segnano i confini dei Sassi. C'è una tesa felicità nell'aria.

I ragazzi delle luminarie mi dicevano che la Libia, ai tempi del potere di Gheddafi, era uno dei loro clienti migliori. Incroci delle storie. Mawled, la celebrazione del profeta Maometto, una delle grandi feste dell'Islam, è lontano. E non è ancora tempo della pace a Tripoli. Fra pochi giorni ci sarà il primo voto della gente di Libia. Ma il cammino del paese sarà lungo e denso di pericoli.

Abbiamo pensato a Matera e a Tripoli. Abbiamo cercato il filo rosso che unisce le due sponde sorelle del Mediterraneo. Abbiamo voluto che le due città si ritrovassero in un giorno di festa. La Bruna e il Mawled. Un piccola mostra fotografica, dieci foto, niente di più, nella Osteria Malatesta, uno di quei luoghi che solo la magia di Matera può immaginare e rendere reali, è stata voluta per rendere onori a due città sorelle.

La mostra fa parte del Malatesta Project curato da Adele Caputo. Inaugurazione il primo di luglio, alle ore 19. Poi sarà la partita, la finale fra Italia e Spagna. 
Le foto rimarranno esposte all'osteria, via San Biagio, 45, fino al 4 di agosto.

I ragazzi aspettano l'arrivo del Carro


MaterTripoli

Ho trovato affinità. Quasi una complicità inconsapevole. Una somiglianza.
La Festa di Matera e la Festa di Tripoli. La Lucania e la Libia. La Madonna della Bruna e il Mawled, il ricordo di Maometto. L’ebrezza e la devozione di giorni sacri e gioiosi.

I Cavalieri della Bruna


I ragazzi della processione dei Pastori, all’alba, corrono dietro allo scoppio delle ‘caramelle’.
A Tripoli, nel giorno della Festa, quegli stessi ragazzi lanciano petardi nei vicoli stretti della Medina e corrono di angolo in angolo. Sventolano i gonfaloni verdi delle confraternite sufi, si prega cantando nelle moschee più nascoste. A Matera si innalza l’immagine della Madonna e si mostra alla città il suo volto dolcissimo. Si alzano i canti delle donne. A Tripoli come nella più bella città del Sud italiano, risuonano i tamburelli.

La Madonna della Bruna


E’ semplice dire che le due sponde dello stesso Mediterraneo sono vicine e sorelle.
E’ semplice, eppure, spesso, sembra impossibile colmare questa distanza. Qualcuno ha cercato di chiudere questo mare. Vi hanno schierato eserciti. Ma Matera e Tripoli, nord e sud del Mediterraneo, sono la stessa terra. Il sole ha lo stesso calore e la stessa antichità. Le pietre hanno gli stessi accecanti riflessi, sono state levigate dai passi di un’umanità che, in questi due luoghi, ha sempre voluto vivere. Matera e Tripoli stupiscono.
Emozionano.

Comincia il viaggio del Carro


Due uomini, qui, fra i Sassi, e là, sulle rive del Meditarraneo, un giorno, mi mostrarono la loro città. Franco e Giovanni, un laico e un vescovo. Franco mi fece scendere dei gradini costruiti per il passo degli animali. Giovanni mi portò sul lungomare. Entrambi, all’improvviso, si fermarono come stupiti. Volevano farmi vedere una bellezza che ben conoscevano, ma fu quella stessa bellezza, la perfezione di Matera e di Tripoli, a stupire ancora una volta entrambi. La Festa della Bruna nel sud dell’Italia e il Mawled sulla costa Africana sono le ore della loro felicità.

Questa piccola mostra è dedicata a Franco Palumbo e agli uomini e alle donne della Libia che stanno cercando un futuro di pace.






venerdì 29 giugno 2012

I Libri Semplici.3/Pomarico è sul mare (è l'isola a esserne lontana)

Le Menti Semplici sulla terrazza del Circolo degli Scacchi

Legge Anna

Dall’altro della collina di Pomarico, paese del materano, si vede il mare. Le luci di Pisticci, di Taranto, la costa della Calabria. Mi raccontano che prima del terremoto qui, centro storico, dedalo di vicoli e gradini, vivevano seimila persone. ‘Sono state convinte ad andarsene’. I soldi delle ricostruzioni mal spesi. Mi dicono che con diecimila euro si compra una vecchia casa.

Oggi qui sono appena in cinquecento ad abitare. Poche luci accese nella notte. Ma Antonio e Nunzia hanno restaurato una vecchia casa con metodi antichi. Hanno tre figli. Una coppia giovane che torna a popolare l’antico paese. Per una sera sono i nostri vicini, ci ospitano nel loro terrazzo. Terrazzo su cui si affacciano l’accademia degli scacchi ‘Gli arroccati’ e la sede della banda di Pomarico. Il panorama corre sulle colline dei campi di grano appena tagliato. Colore blu del cielo. Colore giallo bruciato delle colline. Le case accecano con il loro bianco. Non potrebbe esserci luogo migliore per la terza serata dei Libri Semplici. A Pomarico per raccontare dell’Isola Lontana dal Mare. A Pomarico per raccontare della frontiera fra Dominicana e Haiti.

Cibo

Adele e Sonia

Le parole sulla terrazza


Gianni Palumbo ci parla dei falchi grillai di Matera. Lo fa con sapienza. E’ il suo mestiere sorvegliare gli uccelli, difenderne le vite, i voli, i nidi. Ci dice delle cicogne nere che nidificano fra le rocce delle gravine e negli speroni delle Dolomiti Lucane. E' lui ad aver organizzato questo incontro.

Gianni legge

Franco

La terrazza del Circolo degli Scacchi

Siamo in frenesia anche per la partita fra Italia e Germania. Facciamo finta di niente. Antipasto e aperitivi prima delle parole, dunque. Dopo la presentazione scapperemo in piazza.
Piero, Gregorio e Daniele hanno provato musiche del Sud. Musiche dell’Africa. Redemption song in omaggio al Caribe. Adele corre con la voce, la perde, la ritrova. Sua figlia si aggrappa alle gambe. 

Leggono Lisa, Anna, Gianni e la piccola Alice, la figlia di Gianni Palumbo. A lei le ultime righe. Vincenzo e sua moglie sono venuti da Tricarico. Nella terrazza ci sono contadini e un geologo. Molte donne. I ragazzini giocano fra i vicoli. Nunzia, con orgoglio, ci mostra la sua casa.

Sulla terrazza
Il libro, L'isola lontana dal mare (edito da Terre di Mezzo)


Io racconto dell’isola conosciuta e sconosciuta. Della Dominicana che i turisti non vedono. Parlo dei neri, degli africani strappati alle loro terre. Spiego l’epopea dello zucchero, la tragedia della canna da zucchero, il capitalismo che nasce anche dallo zucchero prodotto nell’isola lontana dal mare. Parlo di Andrès, il vecchio che mi ha mostrato l’isola  e mi ha fatto capire cosa è una vita passata a tagliare la canna. Racconto dei 101 figli e nipoti dei tre vecchi che ho conosciuto all’isola. Mi dimentico delle foto, mi dimentico di una lettura. Sento stormire il vento della Dominicana sulla terrazza di Pomarico. Guardo il panorama. Mi distraggo. Ora so che esistono seconde opportunità anche per le stirpi condannate a cento anni di solitudine. Intuisco che la vecchia Pomarico avrà nuove possibilità.

Una bella serata.

Anna e Alice

Anche Alice legge


Poi la piazza di Pomarico. Il megaschermo. I ragazzi e l’Italia. Gianni mi dice che non ci sono problemi: ‘Vinciamo’ e mi offre birra. I gol di Balottelli, il figlio dei migranti. L’Italia vince con un nero, un sinti e onesti giocatori. Felicità pura. I ragazzi fanno cortei per il paese. Noi andiamo per i vicoli del paese. Le terrazza, la Chiesa madre, l’acciottolato del medioevo, il palazzo dei Donnaperna. Le chiacchiere fino a notte fonda.

Siamo stremati. Davvero ci sono molte opportunità per le stirpe condannate a cento di solitudine. Almeno per una notte.
Pomarico, 28 giugno

giovedì 28 giugno 2012

I Libri Semplici.2/Beppino e Ryszard




Le ceramiche di Beppino. L'Albero della Libertà
Le ceramiche di Beppino. La casa di Ortega



La casa di Beppino e della sua famiglia, alla contrada Serritello la Valle, è il suo laboratorio. Fuori Matera. Strada per Altamura. Beppino è uno dei più bravi artigiani-artisti di Matera. Ceramista. Figlio di un avvocato, scelse, da ragazzo, di ‘scendere nei Sassi’. Il suo lavoro divennero le sue mani. Il suo lavoro è Matera. Beppino, con le sue ceramiche, racconta la Grande Storia di Matera. Un mestiere e una passione che ha passato al figlio Chicco.

Beppino dalla Casa di Ortega

Ryszard (da abrahamchichillas.blogspot.com)


E’ lui che ci ospita per la seconda serata dei Libri Semplici. Questa sera arriva anche Daniele con i suoi tamburelli. Piero è stressato da esami a scuola e confusioni: la sua chitarra, quindi, suona alla perfezione. E’ il compleanno di Adele: per festeggiarlo ha scelto di preparare cento e venti crostatine. Si è svegliata alle cinque e mezzo. Lei deve leggere Kapiscinski e cantare. Gregorio è inappuntabile. Tutto a posto, dunque.
La serata comincia.



Gregorio

Gregorio, Adele, Piero e Daniela. Le Menti Semplici

Adele

Già, chi è Kapuscinski? Errore di presunzione: anche nella prima edizione di questo piccolo libretto (edito sempre da Terre di Mezzo) ci dimenticammo di spiegarlo. Troppo amato da noi giornalisti, troppo amato da chi lo conosceva per pensare che qualcuno potesse non averne mai sentito parlare. Chiedo agli amici di Beppino (le Menti Semplici, intanto, suonano Gian Maria Testa) e naturalmente nessuno sa chi sia Ryzsard. Mi decido che è meglio così. E comincio a raccontare di un giornalista polacco che, da bianco, ha saputo raccontare come nessun altro l’Africa. Racconto del nostro incontro di tredici anni fa (già, è passato tutto questo tempo) e di aver poi immaginato che quei tre giorni che passammo assieme fosse un tempo trascorso in Africa. Rivelo, invece, che quella coincidenza avvenne nelle Marche. Dico che quel giornalista (scrittore? cronista? affabulatore?), leggenda per noi che volevano seguire le sue tracce, assomigliava più a un ‘curato di campagna’ che all’uomo che aveva raccontato 27 rivoluzioni. Per questo io lo amai da subito.


Il racconto
In viaggio con Kapuscinski


L’Africa e Matera aiutano a cambiare i punti di vista. Ryszard era pronto a vedere la storia con gli occhi degli altri. Avrebbe saputo raccontare a meraviglia questa città. Perché ne avrebbe capito il tempo, il ritmo, i giorni. Perché Ryszard ha spiegato che il mestiere di chi racconta ‘non è adatto ai cinici’. Perché Ryszard aveva anima di poeta e sapeva che senza gli altri non si riesce a costruire una storia, non si riesce a viaggiare, non si riesce a dipingere una ceramica. Ecco, ciò che ha unito, per una sera e nelle sere della nostra vita, chi viaggia, chi fa l’artista, chi racconta.

Le letture di Adele

Il cortile di Beppino

Chicco e Beppino


Appare, nelle musiche di Piero, di Gregorio, di Daniele e nella voce di Adele, il suonatore Jones. Già, ‘nemmeno un rimpianto’. Si rimane felicemente impigliati nella rete di casualidad di Beppino e di Ryszard. Si fa una saggia confusione. Alla fine, quando è già blue night, da una casa vicina esplodono fuochi di artificio. Tempo di festeggiare il compleanno. Ryszard sta seduto in angolo del cortile.

Contrada Serritello la Valle, 28 giugno

mercoledì 27 giugno 2012

I Libri Semplici/1. In viaggio con Che Guevara al Sasso Caveoso


La terrazza di Franco e Mariella (tutte le foto sono di Antonio Sansone)


La prima notte è passata. Che Guevara è apparso in una terrazza di Matera. Sospeso sul Sasso Caveoso. Casa di Franco e Mariella. La chiesa della Madonna dell’idris ad aprire l’orizzonte verso la Murgia. E’ la presentazione del primo dei Libri Semplici: In Viaggio con Che Guevara, edito da Terre di Mezzo. 

La terrazza si riempie con tranquillità. Gli amici scendono per la Calata Ridola. Matera è capace di sorprendere gli stessi materani. Si alza il vento. E' la prima volta dopo giorni di afa. Volano i fogli degli spartiti. Pio arriva con un libro di Josè Martì: I Versi Semplici. Io ricordo che Ernesto Guevara è raffigurato, accanto a Padre Pio, anche nei bar di Accettura e Pietrapertosa, paesi delle montagne lucane. Piero, Leo e Gregorio suonano, con maestria, i loro archi. Si rincorrono sulle note di Vuelvo al Sur. Scopriamo che è stato creato un nuovo gruppo: le Menti Semplici, i Simples Minds. Archi, canto, voce e parole.



Pio mi dice che un pipistrello si è avvicinato a vedere cosa stava succedendo. I falchi grillai hanno volato in cerchio sopra la terrazza, una pattuglia di passerotti si è incuriosita della musica e delle parole. Matera ha un'intesa di pace con gli uccelli. Osservo le reazione di una cantora argentina e intuisco una sua emozione. Parlare del suo paese oltre oceani e solitudini è un batticuore vero. Adele, vestita come una donna del Sud qual è (rossetto brillante, capelli neri, abito largo e nero con strisce di azzurro) canta a occhi chiusi. Anche gli amici chiudono gli occhi. Mariella legge assecondando la sua pancia di donna in attesa. Nicola arriva, a sorpresa, con la bandiera cubana e una borsa di libri attorno al Che. Dice dei suoi incontri con la figlia di Ernesto. Daniela sta al tavolo dei libri e racconta. Antonio si muove con la macchina fotografica. Poi, mentre il giorno diventava blu, è apparsa anche la luna. Quella sì l'ho vista nascere, era nella direzione del mio sguardo.



Ecco, la prima serata dei Libri Semplici è passata. Stamattina alle otto è arrivato Luca da Firenze. Ha viaggiato tutta la notte. Ed ora, trasognato, cammina nei Sassi. Mi piace guardare l'espressione di chi per la prima volta si affaccia su questa città.






Stamattina sono andato a comprare fichi fioroni al piccolo mercato della frutta. Tre euro per una cassetta. E il bel tempo delle chiacchiere con l’ortolano. Parliamo della Festa della Bruna e di quando lui andava ad assalire il carro: 'Ora vogliono mettere regole su regole. La Festa è libertà', dice. Io cammino per il corso con la cassetta dei fichi. Ci metto un'ora a fare trecento metri da casa alla piazza. Ogni volta è così, c'è sempre qualcuno con cui scambiare parole.



Stasera la presentazione sarà da Peppino. Alla contrada Serritello la Valle. Al suo laboratorio. Peppino Mitarotonda è uno degli artigiani più bravi di questa città. Un ceramista. 72 anni. Ma è come se ne avesse venti. Ha progetti per i prossimi cento. Sta restaurando, da sempre, la 'Casa di Ortega', un altro scultore che, anni fa, ha lasciato il suo cuore (e la sua testa. E i suoi quadri) a Matera.



Stasera, fra i quadri e le ceramiche di Peppino, parleremo di Ryszard Kapuscinski. Il libro è In viaggio con Kapuscinski, sempre edito da Terre di Mezzo. E io mi chiedo quanti conosco il più straordinario fra i cronisti che abbiano raccontato l’Africa. Chissà come Ryszard avrebbe raccontato Matera?
Matera, 29 giugno